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Giovanni Sallusti attacca Berlusconi e il cerchio magico di Forza Italia

Ignazio Stagno
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Il centrodestra è un cantiere aperto. Arrivano commenti, ricette e suggerimenti al Cav da tutte le parti. Ma nessuno finora sembra abbia trovato una soluzione per i problemi del centrodestra. Così nella ressa di "esperti" che suggeriscono la rifondazione al Cav spunta anche chi punta il dito in modo chiaro e diretto contro lo stesso Silvio e il suo "cerchio magico". Uno di questi è Giovanni Sallusti, direttore de L'Intrapredente e nipote di Alessandro direttore de Il Giornale. Sul suo quotidiano online il "baby Sallusti" spara a zero su Berlusconi e sui suoi fedelissimi: "Era inascoltabile e illeggibile, la sola ipotesi che il cordone di signore Francesca Pascale-Maria Rosaria Rossi, coadiuvate dallo zelo di Giovanni Toti, dettasse materialmente l'agenda, le priorità e perfino gli accessi ad Arcore. Eppure, non siamo nessuno per contraddire l'evidenza della cronaca: è così, non solo il cerchio magico esiste (ogni leggenda giornalistica, del resto, è tale perché non alberga sul nulla), ma è scientifico nel suo lavoro di desertificazione umana e intellettuale di Forza Italia. Non è più gente che sta all'ombra del Capo, è gente che usa il corpo del Capo per giocare un ruolo assegnato, contro ogni pronostico, dalla lotteria della vita", scrive Giovanni Sallusti. L'attacco - Poi arriva l'affondo: "Sentite cosa dice Antonio Martino, riferimento dei liberali italiani se ne esiste uno, nell'intervista odierna a Libero: 'Se riuscissi a parlargli, cosa che non mi riesce più da diversi mesi perché non me lo passano quando telefono, a Berlusconi consiglierei di stare attento con il premier'. Per una volta, la notizia non è Renzi. 'Non me lo passano quando telefono. Da diversi mesi'. Qualcuno, e anche volendo aggrapparsi a tutta la finta ingenuità para-berlusconiana ancora disponibile non si può non pensare al duopolio Pascale-Rossi, da diversi mesi reputa, di propria iniziativa, di non passare al Cavalier Berlusconi una telefonata di Antonio Martino. Indubbiamente meno bravo di altri/e a destreggiarsi col calippo, ma assai a più agio con l'alfabeto liberale e liberista, a cominciare da quello del suo maestro Milton Friedman. Uno così, già emarginato da quella caricatura di centrodestra che è stata l'armata socialisteggiante guidata prima da Tremonti e poi da Brunetta, invece di rintanarsi nella propria sterminata biblioteca, cerca ancora un contatto per dare il proprio contributo, riannodare i fili della rivoluzione liberale, o almeno salvare il salvabile dello spirito del Novantaquattro. E Pascale Francesca, già valletta di Telecafone, o Maria Rosaria Rossi, già pierre nelle discoteche romane, o entrambe, magari con l'avvallo di Toti, decidono di appendere il telefono". "Passategli quel c... di telefono" - Insomma l'attacco è duro e a testa bassa. Infine Sallusti Jr. propone una soluzione per tutti i mali del centrodestra: "Può esserci scena più potente, rappresentazione più perfetta del coma irreversibile di ciò che ci ostiniamo a chiamare Forza Italia? E quindi, può esserci prova migliore, nella sua apparente marginalità domestica, della necessità di una Leopolda blu, di un'autoconvocazione dei liberali (ancora) liberi e forti, di uno scatto addirittura pre-politico, qualcosa come un sintomo di vitalità, che non può non assumere, all'inizio, le sembianze di una rottamazione? È quello a cui anche questo giornale sta lavorando, vi terremo aggiornati. Nel frattempo, per carità e direi per dignità umana, davvero, se il professor Martino richiamasse, passate quel cazzo di telefono al Cav".

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