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Urbaino Cairo: "Santoro contro Travaglio? Marco deve essere più umile"

michele deroma
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A quattro giorni dal violento scontro verbale tra Michele Santoro e Marco Travaglio, durante il talk show di La7 Servizio Pubblico, è intervenuto l'editore dell'emittente, Urbano Cairo. In un'intervista a La Repubblica, Cairo dimostra di stare dalla parte del conduttore del talk: "Tra Travaglio e Santoro, non butto nessuno dalla torre. Travaglio è molto bravo nel fare le domande, ma è giusto che anche a lui possano fargliene". L'editore rassicura gli spettatori del programma: "Servizio Pubblico non chiuderà anticipatamente", sebbene da La7 trapeli il timore che Travaglio possa lasciare il proprio ruolo di editorialista del programma. Con Santoro - Urbano Cairo spiega la linea del programma: "Santoro ha piena autonomia e libertà nel fare Servizio Pubblico: è lui l'anima della trasmissione, sua la linea editoriale. Io ho fatto un accordo con Michele: lui è libero di fare il talk con chi vuole, ha scelto Travaglio, che ha dato ottimi contributi". Cairo vorrebbe soltanto più "umiltà" da parte del vicedirettore del Fatto Quotidiano. "Non è reato di lesa maestà ricevere domande da un ragazzo genovese (un angelo del fango) che ha dimostrato personalità anche di fronte a Beppe Grillo. Ero pienamente d'accordo con Santoro quando diceva che Burlando poteva dire la sua. Santoro ha fatto bene a riaffermare il principio che Servizio Pubblico offra a tutti la possibilità di dire quello che pensano e anche di replicare". E alla domanda se abbia sentito i due litiganti, Cairo risponde con un laconico: "Ho parlato solo con Santoro, Travaglio non lo sento mai". Gli ascolti tv - Qualcuno, in maniera molto maliziosa, ha anche suggerito l'ipotesi di uno scontro "truccato" ad arte per ottenere più ascolti. L'idea non sfiora minimamente Cairo, che anzi, a La Repubblica dice di non essersi proprio divertito giovedì sera, davanti alla tv: "I confronti possono essere anche duri, ma non ho il cinismo per gioire dopo un litigio. La rissa non porta ascolti. In tv lo share cresce nel momento in cui ci sono le idee". Continuando sugli ascolti tv dei talk show, che dati alla mano appaiono abbastanza in crisi, Cairo afferma che per La7 "non va così male: i fatti della politica condizionano il nostro audience. Se ci sono le elezioni cresciamo. Per Rai e Mediaset le perdite sono peggiori: noi contiamo su un pubblico di alti consumatori, abbiamo 70 aziende in esclusiva di pubblicità tv. E nella prima serata i talk portano ancora il 60% degli investimenti pubblicitari".

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