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Jovanotti e la "marchetta" da Ballarò: che botte su Salvini e Landini. E Farinetti si converte

Giulio Bucchi
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"Un disco renziano? No, piuttosto lorenziano". Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti dribbla i tentativi di Massimo Giannini che nella lunga intervista a Ballarò cerca con una domanda sì e l'altra pure di buttarla in politica. La popstar che tanto piace ai politici "gggiovani", radical chic o rampanti che siano (o tutte e due le cose insieme), ormai incoronato maitre à penser di una generazione ideologicamente un po' confusa (che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, per dirla con parole sue), qualcosa concede come quando riconosce "ci si rialza sempre uno alla volta. Comunque vedo che ci rialziamo. Ce la stiamo già facendo". Se su Matteo Renzi è timido ("Ci seguiamo su Twitter"), Jova si scuote quando c'è parlare di Maurizio Landini e Matteo Salvini, i due veri anti-renziani della politica italiana. Il primo è etichettato come "reazionario", perché "la sua idea di sinistra non funziona più". Il leghista invece è semplicemente agli antipodi: "Non mi piace il suo orizzonte. Il mio orizzonte è la società multiculturale, che procura problemi che vanno risolti. A me piace l'Europa, la moneta unica. Io vorrei una moneta unica mondiale (e qui immaginiamo i brividi sulla schiena di Salvini, ndr). L'Europa è il mio progetto, è quello a cui tendo. Quindi non posso essere d'accordo con Salvini". Quando Giannini, davanti a una platea di studenti, cerca di provocarlo sul rischio della fuga di cervelli all'estero, Jovanotti lo spiazza: "Non credo sia una cosa negativa. E' bellissimo andare all'estero, ed è anche utile: si esporta l'italianità e si capisce quanto amiamo l'Italia". Alla fine, in un'intervista un po' moscia, resta giusto un malizioso retrogusto: è sempre l'occasione giusta per una marchetta a Jovanotti e al suo ultimo album in uscita, anche DiMartedì. Pardon, di martedì a Ballarò. A giudicare dalla reazione di un ospite in studio, però, almeno ha funzionato e molto. "Da oggi non sono più renziano, ma lorenziano". Parola di Oscar Farinetti. E chissà come la prenderà il suo amico a Palazzo Chigi.

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