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La città di Noto si ribella a Emanuele Filiberto: "La guerra mondiale e il fascismo: tutta colpa sua"

Alessandra Menzani
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La città di Noto si ribella all'arrivo del principe Emanuele Filiberto di Savoia. Persino gli ex partigiani sono sul piede di guerra. Il principe è atteso come  testimonial della tradizionale "Infiorata" e dovrebbe arrivare in visita il 14 maggio nella Basilica di San Nicolò.  Ma fioccano le polemiche. Soprattutto dell'Anpi e di Sinistra ecologia e libertà. Emanuele Filiberto, secondo loro, deve rispondere di alcune cose: "ad esempio delle teste mozzate presentate dalla sua famiglia ai sudditi come severo monito in data 1860", come riporta il Fatto Quotidiano, "oppure dei bombardamenti all'artiglieria durante l'assedio nelle quattro giornate di Milano, in data 1898". E ancora: deve rispondere della prima guerra mondiale in data 1915; del fascismo, della proclamazione delle leggi razziali, dei tribunali speciali, intorno fine anni Trenta inizio anni Quaranta". Insomma, un discreto elenco di crimini e fattacci vari.   In una lettera molto dettagliata,  associazionismo e i partiti esprimono il loro astio verso l'erede di casa Savoia e si fanno portavoce del "sentimento di vergogna che assale i cittadini di Noto". Mentre il sindaco della città se ne lava le mani, dicendo di non averlo invitato lui, si individuano i "colpevoli": Francesco Atanasio e Francesco Maiore, delegati delle associazione ordini dinastici di casa Savoia. 

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