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Hitler, lo studio che riscrive la storia: il morbo sconosciuto, il dettaglio in quelle immagini

Giovanni Ruggiero
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Una grave malattia degenerativa può giustificare e redimere le azioni di uno dei mostri della storia? Difficile a dirsi, ma è quanto ipotizza uno studio di Raghav Gupta del Department of Biology del College of New Jersey insieme a un team della University of Pittsburgh sulla possibilità che Adolf Hitler avesse il morbo di Parkinson e che dunque i suoi comportamenti fossero sintomi dell'incedere della malattia. La teoria - Un'ipotesi forte, che giustificherebbe la mancanza di rimorso e di compassione del Führer, alcune sue scelte politiche e militari avventate e rischiose e le sue azioni brutali. Infatti, sostiene lo studio, mosse scriteriate come l'attacco prematuro alla Russia nel 1941 o la mancata difesa della Normandia nel 1944 sarebbero da imputare al suo temperamento instabile aggravato dal Parkinson. La sua personalità stessa caratterizzata da brutalità, mancanza di compassione e disumanità, secondo questo studio sarebbe da ascrivere alla malattia. La teoria di Gupta sarebbe avallata dai filmati storici che ritraggono il dittatore al potere negli anni fra il 1933 e il 1945. Lo studioso sottolinea infatti come in questi documenti sia evidente un progressivo peggioramento delle abilità motorie di Hitler, e soprattutto un sempre più accentuato tremore alle mani, uno fra i sintomi più noti di questo morbo degenerativo. Ma la domanda rimane: può la malattia giustificare l'agire dell'uomo? A ognuno la sua sentenza.

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