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Fabrizio Miccoli condannato a tre anni e 6 mesi per estorsione aggravata da metodo mafioso

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Matteo Legnani
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Il Gup del tribunale di Palermo Walter Turturici ha condannato a tre anni e sei mesi l'ex capitano della squadra rosanero Fabrizio Miccoli: l'ex giocatore era accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. La Procura di Palermo aveva chiesto 4 anni di carcere per Miccoli, presente alla lettura del dispositivo pronunciato dopo circa otto ore di camera di consiglio. Subito dopo ha pianto ed è andato via. Secondo i Pm, che gli contestano l'estorsione aggravata dal metodo mafioso, Miccoli avrebbe partecipato attivamente al tentativo di far consegnare del denaro da un imprenditore palermitano già socio di una discoteca di un paese vicino al capoluogo, Isola delle Femmine. La stessa Procura aveva chiesto l'archiviazione ma un altro giudice delle indagini preliminari, Fernando Sestito, aveva imposto l'imputazione coatta. In un altro giudizio era stato condannato a un anno Mauro Lauricella, amico dell'ex fantasista del Palermo e coinvolto nella stessa vicenda, ma i giudici avevano escluso che ci fosse stata un'estorsione, puntando sulla violenza privata. Per la Procura, l'ex numero 10 avrebbe sollecitato Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino, a utilizzare metodi spicci per indurre l'imprenditore a saldare il suo debito. L'indagine era stata aperta durante le ricerche di Antonino Lauricella, che nel 2010 era latitante: la Dia, ascoltando le telefonate di Mauro Lauricella, si era imbattuta in Miccoli e aveva notato l'estrema confidenza del calciatore con il figlio del mafioso. Al punto che, passando davanti all'albero Falcone, il calciatore aveva definito il giudice ucciso da Cosa nostra «un fango» e le sue parole erano rimaste impresse nella intercettazione ambientale. In sostanza l'estorsione sarebbe consistita nella cessione delle quote da parte di un imprenditore, che poi si sarebbe rifiutato di pagare dei presunti debiti ad altre persone, legate ad amici di Miccoli. Da lì l'intervento del calciatore, che si sarebbe appoggiato a Lauricella, figlio di un mafioso condannato con sentenza definitiva è latitante all'epoca dei fatti, datati 2011.

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