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Bruno Vespa sferza Bruxelles: "Ribelliamoci a questa Europa di furbacchioni"

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Matteo Legnani
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L'Europa ci guarda. Sempre. Ma sotto elezioni ancora di più. Ed è sorprendente come Bill Emmott dell'Economist, uno dei magazine di riferimento della nomenklatura europea, abbia cambiato opinione su Silvio Berlusconi, che nel 2001 definì "unfit" (cioè "inadatto") a governare e che invece oggi definisce come la miglior opzione a disposizione degli italiani. E' questo l'aggancio che Bruno Vespa usa nel suo odierno editoriale su Il Giorno, per svelare qualche verità sul rapporto tra Italia ed Europa, da sempre tormentato. Lo fa ricordando come tutti gli schieramenti che si presenteranno al voto del prossimo 4 marzo siano "allergici" ai vincoli di bilancio e di spesa imposti da Bruxelles. Chi più e chi meno. E ricordando come l'Italia, che ha un debito pubblico enorme, possa ritenersi più "obbligata" di altri Paesi della Ue ad attenersi a quei vincoli dell'Europa. Che, però, sottolinea il conduttore di Porta a Porta, "è un'Europa di furbacchioni. Tra il 2009 e il 2016 solo tre Stati dell'Unione (Svezia, Estonia e Lussemburgo) non hanno mai sfondato il limite del tre per cento nel rapporto tra deficit e Pil. L'Italia è andata oltre tre volte, Francia e Spagna otto. La Francia - continua vespa - ha un debito pubblico più basso del nostro, ma gli altri parametri economici sono quasi tutti peggiori. E anche sulle riforme è molto più indietro di noi. Ma nessuno ha mai rimproverato Parigi, come nessuno ha imposto alla Germania di non andare oltre il 6 per cento del surplus commerciale, mentre Berlino continua a volare intorno al 9. Francia e Germania si apprestano poi a ffrmare un accordo con reciproci vantaggi economici e fiscali che rischiano di penalizzare gli altri paesi e innanzitutto l'italia. mentre i giganti politici si alleano, fino a quando potremo accettare di essere messi dietro la lavagna da un occhiuto censore svedese o olandese?" conclude vespa.

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