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Luigi Di Maio, Vittorio Sgarbi lo umilia senza neppure nominarlo: "L'importanza dell'istruzione elementare"

Andrea Tempestini
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Come sbertucciare Luigi Di Maio senza neppure nominarlo: il capolavoro è firmato Vittorio Sgarbi, che su Il Giornale si cimenta nel ricordo di Vittorio Imbriani, "scrittore italiani più impertinente, più originale, più trasgressivo del secondo Ottocento". E la città in cui ha vissuto è Pomigliano d'Arco, la stessa in cui risiede il candidato premier grillino. Sgarbi elogia Imbriani, la sua grammatica è invenzione, la sua sintassi è capriccio e fantasia, i suoi congiuntivi vittoriosi". E ogni riferimento non è puramente casuale. Leggi anche: "Non sai un ca***": Sgarbi, la pagina d'insulti Dunque il critico aggiunge che lo scrittore "credeva nella fondamentale istruzione elementare", "nella sua pagina anche i vocaboli arcaici o letterari sono rielaborati e rivitalizzati da una scossa elettrica". Infine, una citazione dall'opera di Imbriani, che scriveva: "Nelle lettere e in politica, personalmente non ho cercato nulla, fuorché la soddisfazione di una attività onesta, disinteressata, utile all'universale". Dunque Sgarbi conclude: "Viva la grammatica". Come detto, Di Maio non lo nomina. E come si può essere dunque sicuri del fatto che proprio al grillino si rivolga? Semplice, basta leggere il titolo della rubrica: "Vittorio contro Giggino".

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