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Silvio Berlusconi, il film di Paolo Sorrentino è vile accanimento. E anche la querela non servirà a nulla

Alessandra Menzani
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Trenta secondi di precipizio, giù giù nell'abisso, dove osservare il diavolo in bottiglia. Pura pornografia da scannatoio delle anime. Il porno toglie le mutande ai corpi. Qui si strappa con finta eleganza il velo alle coscienze, pretendendo di guardarne come Dio i recessi, ovviamente schifosi. In dettaglio. La nuca presa di sguincio, mentre osserva in una luce unta le donnine discinte che si agitano per esserne scelte, Dudù nel letto come Pasqualino marajà, Veronica in gabbia, vittima di un mostro. Si tratta del «teaser», l'unico ritaglio reso pubblico, con grancassa per far cassa, del nuovo film di Paolo Sorrentino intitolato «Loro». È imperniato su chi avete capito, conterrà il racconto del mondo interiore suo e della gente intorno a lui, per lo più tetramente sculettante. Insomma: Silvio Berlusconi nel tipico repertorio delle opere cinematografiche squartatrici del suo «io», da appendere gocciolante come un trofeo degno di questi cannibali che passano per intellettuali italici di rango internazionale. Cioè stimati all' estero, e tra essi primeggia Sorrentino. Ma perché? Perché conferma gli stranieri nella loro superiorità razziale verso l' italiano che si sceglie per leader politici l' oscurità e il vizio e vi soggiace con voluttà. Per approfondire leggi anche: Guarda le prime immagini di Loro, di Paolo Sorrentino: il video TRENTA SECONDI - «Teaser» sarebbe quello che una volta si chiamava provino: è costituito da una sola scena, in cui si condensa l' opera. Trenta secondi, bastano e avanzano. Non servono a conoscere di più Berlusconi, neanche un po', ma sono utilissimi a capire chi sia e che sguardo abbia sugli altri il nostro osannatissimo cineasta da Oscar, Sorrentino appunto. Di lui sono noti, quanto a ritratti che ci riguardano, il film «Il Divo» (dedicato a Giulio Andreotti, 2008) e «La Grande Bellezza» (dedicato alla decadenza di Roma, della Chiesa, di tutto, meno che di lui stesso). Le immagini hanno il loro fascino, il ritmo da calesse nelle dune al tramonto, ha una qualità che qui non osiamo discutere, non siamo del club di chi assegna le stelline ai film. Ma l' ammirazione è quella che si riserva a un serial killer, che bravo ad ammazzare la gente, che fascino quel punteruolo che scotenna i moribondi. Mi viene da inchinarmi alla superba arte della viltà, fatta di ghirigori perfetti dentro l' anima degli altri. È come se Sorrentino iniettasse inchiostro purulento nella vita di questa Italia e dei suoi protagonisti, e poi volesse porgere a tutti l' occasione per riabilitarci schifando chi abbiamo voluto a governarci. In realtà più che altro ci schifiamo di questa operazione da becchino incravattato. Non discuto il diritto di farlo, guai. Mi limito a constatare - riguardo ad Andreotti e a Berlusconi - che questi ritratti sono scorticamenti di personalità che non possono difendersi. Immortalate nella cassa da morto di uno sguardo meschino, compiaciuto di sé, con una grammatica poetica che ignora il riguardo che si deve alla vita e soprattutto all' intimo degli altri, fosse pure per te il nemico, o addirittura Belzebù. Vale qualcosa la mia testimonianza? Non credo, al di là di casa mia. Ma permettetemi di fidarmi di me stesso: ho frequentato il Divo Giulio, vivendo con lui i dieci anni del processo e oltre: non era quello lì del «Divo». Sorrentino aveva usato ore e ore di colloquio con Cirino Pomicino, con altri che lo avevano frequentato, amato e odiato. Per approfondire leggi anche: Luigi Bisignani a Berlusconi: "Attento, Sorrentino ti distruggerà" ANDREOTTI - Ha estratto cose vere, dandole un senso opposto, in realtà ovvio rispetto alla vulgata corrente. Così Andreotti è un torvo e acutissimo corvo del potere, capace di tutto. E Berlusconi è un vizioso narcisista, erotomane egolatra, come nei peggiori articoli di Giuseppe D' Avanzo. Sorrentino dedica nel «teaser» questo dialogo. Voce di un ministro del Nord «Ma tu che cosa ti aspettavi? Di poter essere l' uomo più ricco del Paese, fare il premier, e che anche tutti ti amassero alla follia?». Voce di Berlusconi-Servillo (non ha nulla peraltro di lombardo) «Sì: io mi aspettavo proprio questo». L' io non difetta a Berlusconi, ma non è gonfio di gas esilarante, per favore. Noto questo: Sorrentino sguazza nella vecchiaia del prossimo, è come se ne odorasse-adorasse la morte. È ozioso il dilemma querela-non-querela che propongono agli avvocati di Berlusconi. Che querela a fare: tanto la perde. Con le mascalzonate è impossibile difendersi in questa Italia. Mi viene in mente una bella canzone di Francesco De Gregori, una risposta semplice da dargli: «Se credi di conoscermi non è un problema mio, guarda che ti stai sbagliando, guarda che non sono io». Il problema è che Sorrentino è Sorrentino. di Renato Farina

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