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Catena Fiorello, la lezione ad Asia Argento & Co: "Mostrano le tette, ma poi..."

Andrea Tempestini
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Basta parlarle qualche minuto per accorgersi che la definizione “sorella di” non solo sarebbe imperdonabilmente riduttiva, ma è quanto di più lontano da lei, vulcano di idee ed emozioni, di parole dolci e sanguigne come i frutti della sua terra. Catena Fiorello è una scrittrice affermata di romanzi, oltre che un'autrice radiofonica e televisiva. Il suo libro Picciridda continua a vendere copie. Catena, chiariamo subito che Picciridda non è l'ultimo dei suoi romanzi, giusto? «Esatto! Però Picciridda ha una vita lunghissima. Il 17 marzo ha compiuto un anno, eppure, come mi dicono dalla casa editrice Giunti, si vende quanto e più che nei primi giorni». Qual è il segreto del successo? «È un fenomeno pazzesco dovuto al tam tam delle persone, che hanno rinnovato curiosità e attenzione». Si sente coinvolta dal tema della violenza sulle donne? «Il romanzo Picciridda racconta proprio questo: una bambina abusata da un vecchio; accadeva sul serio alle figlie degli emigrati, io non ho dovuto inventare nulla. Anche ai maschi, per la verità. Ho incontrato alcune vittime, oggi ultra cinquantenni: la maggior parte non ha mai denunciato, né lo farebbe oggi, per proteggere i propri figli e non rovinargli la vita». Come si intitola il suo ultimo romanzo? «Un amore fra le stelle, uscito a novembre 2017. Finalmente, mi sono levata lo sfizio di raccontare quello che da sempre è un mio modello di femminilità: la Befana. Mi piacerebbe diventasse un esempio sano per tutte le bambine. La vecchina con la scopa è la mia dolce ossessione, così ho voluto liberarla dalla cornice natalizia in cui se ne sta relegata di solito e regalarle una storia d'amore con Babbo Natale. Ho fatto incontrare questi due personaggi simbolo in una favola per adulti, che va bene anche ai bambini. Alla fine la Befana se ne va per continuare a vivere in funzione della felicità dei bambini e tenere fede alla sua missione di donna single. Nonostante Babbo Natale l'abbia fatta sentire una principessa: lo ringrazia e gli rivela che, se dovessi innamorarsi di uno, questo sarebbe come lui». Catena, lei si sente un po' Befana? «Inconsciamente, mi sono raccontata: la Befana la pensa come me su molte cose, per esempio sull'amicizia che non è meno dell'amore. I miei ex sono come parte di una famiglia. E poi io mi sento Befana anche nella concezione della bellezza. A proposito: mi lascia dire una cosa?». Ma prego! «Scusi, ma io sono una molto diretta. A tutte le celebrità che partecipano ai David o agli Oscar facendo le Santa Maria Goretti chiederei: chi ha inventato il modello della femmina che mostra le tette, se non le donne di spettacolo? Ma andiamo! E poi la solidarietà femminile è solo apparenza, un'operazione di facciata. Ripudiano uno stereotipo alimentato da loro stesse: è tutta ipocrisia. Se solo quelli che frequentano la tv e lo show business parlassero raccontando la verità, ve la farei vedere la “sorellanza”». Catena, è vero che ha gestito un'agenzia matrimoniale? «A La Spezia, nei primi anni 90. Leggendo il settimanale Amica ebbi l'idea, per essere autonoma e non sentirmi mantenuta dall'allora mio compagno. Papà era morto da poco e io stavo a pezzi: mollai l'università e mi buttai in questa attività». Come andò l'attività? «Ho messo insieme quattordici coppie in tutto e poi venduto l'agenzia a una mia cliente. Dopo la rottura col mio compagno mi sono trasferita a Roma». Attualmente vive a Roma? «Dal 1996, ma non la considero casa mia, perché è una metropoli, in cui manca la dimensione di Catania, Palermo o Napoli. Accoglie tutti, ma alla fine non ti fa sentire romano. Si vive molto di cliché,, del tipo: “sei siciliano e vieni qua a darci lezioni!” Cosa significa? Io certo non sono meglio né peggio di nessun altro». di Giovanni Luca Montanino

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