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Massimo Giletti, Maurizio Costanzo: "Perché Non è l'arena è un programma diverso dagli altri"

Davide Locano
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Segnalo che, domani, mercoledì 25 aprile, andrà in onda su Raidue, alle 21.10, la replica, dopo quattro anni dalla sua prima emissione, di A modo mio. Si tratta di un omaggio affettuoso e ben confezionato a Lucio Dalla, con molti ospiti e anche con una imperdibile conversazione tra Lucio Dalla e Federico Fellini. Questi palinsesti ospitano spesso analoghe «chicche»: basta avere la pazienza di trovarle. Il canale La7 continua a crescere, specialmente per alcuni suoi talk. Cito Di Martedì, condotto da Giovanni Floris che, nella puntata andata in onda il 17 aprile, ha toccato e superato l'8% di share, con un milione e ottocentomila telespettatori. Il programma è fatto molto bene, ma è anche vero che quel canale si sta specializzando in talk di approfondimento. Lo stesso discorso vale per Non è l'Arena, condotto la domenica alle 20.35 da Massimo Giletti. Il programma dura ben quattro ore, fa una media del 6,70% di ascolto, ma raggiunge molte fasce di telespettatori per anagrafe e per cultura. Questo, per dire che La7 è ragionata, pensata, non come si fa di solito per ogni programma, ma anche nella sua linea editoriale. Va bene (ed è giusto che sia così) La Corrida, riproposta dopo molti anni, da Carlo Conti. Ho letto - e mi ha fatto piacere - che la vedova di Corrado Mantoni, Marina Donato, che aveva per anni seguito il lavoro di suo marito, si è detta soddisfatta. In realtà le differenze tra Corrado e Carlo Conti sono più d'una, ma è certo che l'insieme è piaciuto al pubblico. E questo vuol dire: risultato raggiunto. di Maurizio Costanzo

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