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Gino Strada sbrocca contro Matteo Salvini: "Me ne vado dall'Italia"

Davide Locano
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La prima cosa da rispondere a uno che minaccia di andarsene è dirgli “Vattene”. Purché se ne vada davvero. E non faccia come tutti quelli che annunciano di voler andare via e poi restano. Non faccia insomma come lo stuolo di attori e presentatori tv che, all'alba delle elezioni negli Usa, avevano dichiarato di voler abbandonare l'America nel caso Trump avesse vinto. Ma poi Trump aveva vinto e loro erano restati, con tutti i loro stipendi e i loro diritti… Alla pari, non vorremmo che l'annuncio del fondatore di «Emergency» Gino Strada, ieri al programma Mezz'ora in più, «Sono stanco. Vorrei andare via dall'Italia» - ora che in Italia governano Salvini & Co. - resti lettera morta e abbia la stessa consistenza delle parole di Walter Veltroni quando disse di voler andare in Africa. Mentre l'Africa lo sta ancora aspettando… Ma vogliamo prendere per buone le sue parole, credere che davvero Gino Strada abbia intenzione di fare le valigie, procurarsi il passaporto e cercarsi la sua Emergency Exit, l'uscita di emergenza dal Paese. Leggi anche: Gino Strada, delirio su islamici e nazisti (tira in ballo pure Salvini) MANTENGA LA PROMESSA Le mete dove andare non gli mancano, per lui giramondo e a capo di una ong internazionale. E crediamo che alla lunga neppure l'Italia gli mancherà troppo, come lui non mancherà troppo all'Italia: di bandiere da sostituire al tricolore, da quella pacifista a quella con falce e martello, ne ha imbracciate così tante nella sua vita… Siamo certi insomma che troverà la sua Strada migliore. Volete mettere però l'affare diplomatico-politico, conveniente per entrambe le parti: Strada potrà giocare a fare il martire, l'esule di regime, il transfuga che si è ribellato ai nuovi tiranni populisti-sovranisti; Salvini, dal suo canto, potrà vantare di aver ottenuto la sua prima espulsione da ministro dell'Interno: non di un irregolare ma di uno che si sente clandestino in patria, Gino Strada. Prima che lasci il Paese, suggeriamo tuttavia all'eroe in fuga di fare attenzione a quanto afferma, se non altro per lasciare un ricordo decente di sé. Strada dice: «Sono sconcertato. Non mi aspettavo di vedere ministri razzisti o sbirri in Italia». Capiamo la caccia facile al razzista e il tentativo di bollare con quel termine chiunque non la pensi secondo i dettami del politicamente corretto. Ma si può davvero dare del razzista a un ministro che pretende di applicare le leggi in Italia e modificare in maniera più equa le norme internazionali? Ossia, che vuole espellere gli irregolari e cambiare le regole sulla richiesta di asilo fissate dal trattato di Dublino? Anche nel giudizio sul precedente ministro dell'Interno Marco Minniti, Strada, forse tradito dalla fretta di dover prendere a breve un volo, butta là uno sbrigativo: «Minniti ha fatto una politica che è un atto di guerra contro i migranti e ha portato molti morti. La sua politica era pagare degli assassini». BUONISMO E VITTIME Ma è davvero sicuro, Gino Strada, che la linea dura di Minniti abbia provocato più morti di quanti non ne avesse causati la strategia buonista dell'accoglienza, che attirava barconi in mare, determinando centinaia di naufragi e migliaia di vittime? Capiamo che la fine della favola bella delle navi che salvano vite umane, dei migranti che sono tutti profughi e dell'Italia come porto dove accogliere i disperati dispiaccia un pochino a Strada. Però bisogna fare i conti con la realtà: che è sia quella di un fenomeno - l'immigrazione - dove si alternano business e pratiche criminali; sia quella di un Paese dove, con buona pace del pacifista Strada, il governo e l'aria sono cambiati. Ora lui ha questa opportunità di diventare apolide, cittadino del mondo e rinnegare l'appartenenza all'Italia “razzista”. Ci chiediamo tuttavia come deciderà di partire: prenderà un aereo o si imbarcherà su un gommone? Nel secondo caso, provi ad arrivare via mare sulle coste di Tunisia o Marocco: giusto per vedere se i ministri degli Interni di quei Paesi siano disposti ad accogliere i disperati del mare in modo meno razzista di Salvini… di Gianluca Veneziani

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