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Roberto Benigni, il siluro di Paolo Hendel: "Cosa penso di lui oggi"

Davide Locano
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Classe 1952, una lunghissima carriera da cabarettista e da attore comico, dunque la televisione. Paolo Hendel, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, ripercorrere la sua intera parabola professionale. E, soprattutto, parla del suo primo libro, pubblicato a 66 anni: La giovinezza è sopravvalutata. Un libro divertente e scanzonato, nel quale, in un passaggio, divide i toscani - come lui, nato a Firenze - in due gruppi: da una parte Dante, Michelangelo, Machiavelli, Padre Balducci, la Hack, dall'altra i cattivi come Pacciani. Dunque, gli viene chiesto prima dove metterebbe Matteo Renzi. "Lo piazzerei in mezzo ai due gruppi, come traghettatore, ma non ho capito da che lato sta andando", risponde Hendel. Quindi un secondo toscano: Roberto Benigni. E in questo caso la risposta del comico è tranchant e velenosa: "Dovrebbe riprendere la vivacità naïf di un tempo. Tanti anni fa ho assistito a un suo monologo in una piazza di Firenze, e ancora oggi posso chiudere gli occhi e sentire il mio stupore davanti a tanta straordinaria bravura". Il riferimento è al Cioni Mario. Dunque Hendel riprende: "Non pensavo si potesse ridere così della quotidianità. Era ruspante. Ora è diventato una sorta di padre della Patria, con interventi sacrosanti, ma ha perso il graffio di un tempo", conclude. Benigni? Bocciato. Leggi anche: Nicoletta Braschi rivela: "Come è nato l'amore con Roberto Benigni"

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