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Vittorio Sgarbi, la confessione sessuale: "Quando con la figlia del deputato comunista..."

Leonardo Filomeno
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La forza dei pensieri e dei gesti di Vittorio Sgarbi è dirompente anche dopo l'una di notte. Quando, senza esitazioni, tratteggia un'idea di universo femminile finora inedita. Per tanti aspetti più affascinante ed intima del racconto che da lustri alberga nell'immaginario di molti. «La prima presenza “femminile” è in realtà riconducibile a mio padre Nino», attacca il Vittorione nazionale dalla sua macchina-ufficio, circondato da voci di assistenti, autisti, navigatori impazziti, amanti. «Il suo miglior amico, Erto, colse sua figlia a farmi la visita “del dottore”. Il rimprovero di papà per questa “rivelazione sessuale” fu piuttosto duro», ricorda con un sorriso.

Invece, agli occhi di sua madre Rina e di sua sorella Elisabetta, il suo rapporto con le donne come lo ha vissuto? 
«Mia madre è sempre stata complice, nel corso dei decenni, probabilmente compiaciuta della molteplicità delle presenze, non considerando nessuna di esse una rivale a cui io pensassi di affidare, attraverso il matrimonio, la mia vita. Non hai mai percepito una reale concorrenza, in quanto vedo il matrimonio come la peste bubbonica. Mia sorella non è mai intervenuta nella mia vicenda amorosa, se non interpretandola in modo severo. Ha scelto la via dell'austerità e del dominio su una persona sola, rovesciando del tutto il mio modello: da una poligamia ad una sorta di monogamia ossessiva».
Il suo primo amore?
«Si chiamava Sandra Romanini. Avevo 9 anni quando la conobbi, in pullman. Mi avevano iscritto alla quinta elementare a Ferrara. Fino alla terza media, frequentai le scuole di città, evidentemente più evolute. I miei volevano darmi chance maggiori. Però mi costringevano a svegliarmi alle 6 del mattino e a prendere il pullman. All'altezza di Ruina, frazione di Ro, era sempre pieno. Chiunque saliva, era costretto a starsene in piedi. A prova d'amore per Sandra, le tenevo il posto».
La prima volta in cui ha fatto l'amore? 
«Con la figlia del più importante deputato del Partito Comunista di Ferrara. A 17 anni entrai nel partito. Nel senso che mi occupai della figlia di questo signore. Si chiamava Emanuela ed era una ragazza bionda, di una bellezza esplosiva».
Chi è stata la donna che più l'ha soggiogato?
«Elenoire Casalegno. Aveva una psicologia da maschio. Era molto bella e femminile. Ma pretendeva di condurre il gioco, di avere un ruolo di primato, in contrasto con la mia visione».
La donna che l'ha più amato?
«Barbara Alberti, compagna d'amore e di mille litigi. Per me, perse letteralmente la testa. Oltre a 4 anni della sua vita per la scrittura de Il promesso sposo, biografia ironica sulla mia vita».
L'amore più travolgente fu con Francesca Augusta...
«Morì più o meno suicida a Portofino. La conobbi 30 anni fa. Mi telefonò ponendomi un eccitante indovinello con la descrizione di un quadro di un pittore ferrarese. Quando andai a trovarla, mi rivelò l'inesistenza del quadro. Fu abile nel creare un'aspettativa di grande attrazione su un'opera perduta». 
La tenerezza di Sylva Koscina non si dimentica... 
«Due anni prima che morisse mi accompagnò al Festival di Spoleto e in numerosi viaggi. Era come se avesse ritrovato la giovinezza perduta nella nostra frequentazione. Con buona pace del fidanzato, geloso e ossessivo. Con me, fu come se avesse dimenticato il resto».
Con Alba Parietti basta l'amicizia... 
«La considero un maschio, una compagna di giochi al mare, perfetta per creare castelli di sabbia. Dal punto di vista sessuale, posso dire di esserne stato attratto. Ma nel momento in cui inizia a parlare, fa prevalere la razionalità sulla femminilità. E la cosa mi disturba».
Ci sono donne in politica che reputa particolarmente attraenti? 
«L'entrata in politica fa venire meno la componente attrattiva. Sarò un po' arcaico, ma la mia donna ideale non fa assolutamente niente. Sta ferma e non rompe i coglioni. La Raggi, ad esempio, è una poveretta che è stata messa lì. Una figura patetica, inadeguata per qualsiasi ruolo».
Il fascino della Raggi resta innegabile...
«Il dramma del nostro tempo è che quelli che potrebbero starsene tranquilli, si agitano, vogliono muoversi a tutti i costi. E creano confusione. Lei appartiene a questa categoria. Non è neanche bella. La figura di sindaco annulla la sua femminilità. La reputo inadeguata come sindaco e come donna».
Della Bernini che pensa? 
«Il suo atteggiamento marziale la rende adatta ad una carriera militare. Non riesco a pensare ad un esercito femminile, ma in uno spettacolo teatrale sarebbe perfetta per il ruolo di un maggiore».
E della Boldrini?
«Assieme ad Asia Argento, credo rappresenti il caso più estremo di mortificazione e perdita della personalità femminile. Una ragazza un tempo bella e gradevole, completamente rovinata dall'ideologia».
C'è un attacco all'uomo, sempre più emarginato?
«Non capisco perché l'uomo debba trattenersi nel manifestare qualcosa, mentre la donna è libera di sovrastarti con telefonate e messaggi. Nel caso dello stalking, un disagio femminile è diventato un reato che rende la donna vittima di qualcosa che l'uomo può sopportare e lei no. È un reato asimmetrico. Come il femminicidio. Se una donna uccide un'altra donna cos'è? Femminicidio oppure omicidio? Hanno inventato un reato di genere. Abbiamo leggi che tutelano un genere contro l'altro. Ma ci dimentichiamo di essere prima di tutto “persone”».
Il sesso a pagamento potrebbe essere uno strumento che abbassa il potere di ricatto di certe donne? 
«Il sesso a pagamento va bene per chi di tempo non ne ha. Con la prostituta non devi dimostrare nulla. Risolvi pagando. Quanto al potere di ricatto, sono una primadonna, mi comporto come le donne con gli uomini. Aspetto di essere corteggiato. Adesso non mi incaponisco più. Se una non dimostra interesse, la guardo e vado via».
Il trans è la donna del futuro? 
«I trans sono donne al cubo. Sono più eccitanti in quanto potenziano una femminilità a cui le donne hanno da tempo rinunciato. Le donne si mostrano fiacche, non truccate, vestite da maschio, scostanti. Il trans si veste come Sophia Loren. Rappresenta quello che la donna era. Oltre che una chance di avere un rapporto con una donna vera, con curve in grande evidenza. Nel mondo dei trans c'è un futuro per i maschi. Quelli con i transessuali non sono rapporti omosessuali. È solo una questione di travestimento: l'uomo si fa donna, e diventa una maschera di essa, attraente per l'uomo».
Platonicamente è stato mai attratto da un trans o da un uomo? 
«L'amore platonico mette nella condizione di misurarsi con una “persona” e non con un “sesso”. Reputo quella platonica una forma di frequentazione interessante. Ti consente di sublimare la componente omosessuale in una dimensione di interiorità, di anima. Sarebbe ardito pensare che Ratzinger fosse gay. Però era abbastanza chiaro il rapporto con Padre Georg. E per cercare di mettere nell'angolo il pontefice hanno inseguito in tutti i modi Georg, per capire se avesse avuto trascorsi sessuali compromettenti. Quando erano insieme non c'era nessuna complicità sessuale riconosciuta, era però evidente l'intesa tra le due “persone”. La componente platonica, che ho sempre guardato con irritazione, è una liberazione dagli schemi obbligatori».
Meglio con una minorenne o con una sessantenne? 
«Le minorenni non sono proibite dalla legge, è proibita la prostituzione minorile. Questa discriminazione dell'idea di lolita è un'esclusiva del nostro tempo. Una 16enne avrà ottime ragioni per stare con una persona con esperienza. Per l'uomo adulto, invece, meglio la sessantenne, in quanto trova in essa un elisir di giovinezza e non deve dimostrare di essere un modello. Vorrei ricordare che l'equivoco tra minorenni e prostituzione minorile fu alla base del processo contro Berlusconi».
A proposito, sotto le lenzuola si è dato una calmata? 
«Ha rinunciato definitivamente alle ragazze. Vede soltanto uomini di politica, perlopiù sindaci. Da quel punto di vista si è spento completamente».
Vittorio Sgarbi in un film porno attore o regista? 
«Ho assistito alle riprese di un film hard. Avere l'uccello duro in una situazione difficile, e davanti alle telecamere, è tutto fuorché sessualità, divertimento, erotismo. È puro esercizio ginnico. Chi dirige, si diverte a mettere in scena posizioni che riguardano solo la pornografia. Il regista tutta la vita».
E a letto? 
«Dominatore, sempre. Considero la seduzione una perenne dimostrazione a noi stessi e al mondo della capacità di prevalere sull'altro. Lo spirito di competizione del seduttore è come se rimandasse al campo agonistico».
E col tempo che passa come la mettiamo? 
«La mia inclinazione rapace si è attenuata. Sono ancora vigile. Ma se una volta era dovere di firma portare ogni giorno a casa una preda, oggi le performance sono state attenuate dal tempo. Sul piano fisico, invece, mi comporto come 40 anni fa. Non ho modificato nulla, non ho rallentato i ritmi, non sono disposto a mediazioni. Il tempo per me va ucciso. Un compromesso non lo voglio».

 

 

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