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Matteo Salvini, l'antagonista Valerio Ferrandi: "Sparati in bocca". Fa una bruttissima fine

Davide Locano
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Scrisse quanto segue: "Salvini, in nome della bellezza e dell'intelligenza, fai un gesto nobile: sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione, ne sei consapevole?". La porcata era firmata da Valerio Ferrandi, 32 anni, figlio dell'ex esponente di Prima Linea Mario. Ferrandi venne denunciato da Matteo Salvini e ora, il leghista, chiede un risarcimento di 20mila euro all'antagonista, noto alle forze dell'ordine di Milano. La bestialità fu vergata il 25 aprile 2016: Ferrandi si nascose dietro lo pseudonimo Frederic Dubarrè. Un post piovuto proprio nel giorno della Festa della Liberazione. In seguito alla denuncia presentata da Salvini a titolo personale e a nome della Lega, il 32enne è finito a processo a Milano per diffamazione e minacce. Il pm Enrico Pavone aveva chiesto l'archiviazione dell'indagine a suo carico ma l'istanza è stata respinta da un gip che ne ordinò l'imputazione coatta: oggi, martedì 17 luglio, si è tenuta la prima udienza. Leggi anche: "Salvini assassino, leghisti nazisti": l'orrore a Bologna La Lega ha chiesto di costituirsi parte civile contro Ferrandi, il giudice monocratico Giuseppe Vanore ha bocciato l'istanza. Il 32enne, presente in tribunale, fuori dall'aula si è sfogato così: "Il signor Salvini dovrebbe evitare le consuete provocazioni. La mia non era una minaccia ma un invito a studiare la storia per evitare che si ripeta ancora". Insomma, siamo oltre al ridicolo: le "provocazioni" sarebbero quelle di Salvini e quello di Ferrandi sarebbe "un invito a studiare la storia". Comunque sia, il processo è stato aggiornato al 30 gennaio 2019.

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