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Elezioni 2018, la Caporetto del Pd: vince solo in Toscana ed Emilia Romagna, i numeri umilianti

Giulio Bucchi
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Una Caporetto, il peggio risultato di sempre nella storia recente del Pd e in quella, molto più antica, del centrosinistra. Matteo Renzi e il Partito democratico ricorderanno il 4 marzo 2018 come la data chiude una storia. Se solo quella del segretario, si vedrà. Di sicuro, i numeri non mentono: la mappa del dopo-voto descrive il Pd come una macchia isolata tra il Nord in mano al centrodestra e il Sud grillino. Di fatto, una sorta di Gran Ducato renziano limitato alla Toscana (dove i dem sono il primo partito al 31%, unico caso in Italia, ma solo nel primo collegio uninominale) e in Emilia Romagna (dove il centrodestra è però avanti come coalizione) con il 26%. Lo stesso accade in Umbria (25,8%), ma registra impreviste batoste in Liguria e Marche (a Pesaro il ministro Minniti perde con un grillino "dimissionato", Cecconi, e arriva addirittura terzo). Ci sono poi due enclavi dem, in Alto Adige e nel Salernitano. In tutto il resto d'Italia, perde e perde malissimo. E qualcuno, al Nazareno, si sta già preparando a voltar pagina.

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