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Pazza Inter: lite a tre, D'Urso e Celentano contro la Lucarelli

Dal salotto di Domenica Live la figlia del molleggiato attacca Selvaggia con la complicità della presentatrice. La risposta al vetriolo arriva su Facebook

Roberto Procaccini
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  Una sfida a distanza, triangolare, tutta in rosa e combattuta tra web e televisione. Barbara D'Urso e Rosita Celentano contro Selvaggia Lucarelli, cioè la conduttrice e l'attrice contro l'opinionista. Il primo round della battaglia è andato in onda su Domenica Live, dove la figlia del mattatore Adriano era ospite della show girl napoletana. Le due arrivano a parlare di Amala Pazza Inter, inno dell'Inter dal 2003, canzone i cui diritto sono detenuti dalla Celentano. Dopo una richiesta economica da parte dell'attrice, il club nerazzurro ha deciso di rinunciare al brano, scelta che ha diviso la tifoseria e suscitato qualche polemica. "Semplicemente io ho fatto un disco come editore - rivendica Rosita -, ci sono dentro tre autori che l'hanno scritto, i diritti delle canzoni vanno pagati. Io ho semplicemente chiesto che dal 2003 a oggi i diritti venissero regolati". La Celentano ha poi attaccato la Lucarelli: "Ci sono persone come lei che campano sparlando degli altri. Non è bello fomentare la gente all'odio - continua -, che è quello che si sta facendo". Di fronte a quest'invettiva, la D'Urso, che pure nel recente passato ha avuto modo di polemizzare con la Lucarelli, ha provato a glissare: "Non so di chi tu stia parlando, non mi coinvolgere in polemiche, non voglio sapere niente”. La risposta della blogger - Non invitata nel salotto di Domenica Live, è sui social che la Lucarelli ha deciso di far sentire la propria voce. "Chiedere i diritti vuol dire chiedere soldi - ribatte alla Celentano -, c'ha poco da fare comunicati stampa che confermano tutto, tra l'altro. Onestamente, avessi i diritti di una canzone (manco 'sto capolavoro, aggiungo) che diventa l'inno della squadra del cuore della mia famiglia - continua - e avessi i soldi che bastano a sfamare dieci generazioni, manco mi passerebbe per la testa di chiedere i diritti". Per la Lucarelli il passaggio più indigesto, però, è quello in cui viene accusata di essere una "sparlatrice per mestiere": "Io campo scrivendo su un quotidiano, facendo tv e radio, mentre cresco un figlio. Sarebbe emozionante - è la stilettata - che la Celentano ci snocciolasse il suo curriculum in 47 anni di vita e ci narrasse la sua vita fatta di duro lavoro. Vorrei vedere se di cognome facesse Scognamiglio, quanto tempo avrebbe per portare a spasso i cani in carrozzina per le vie di Brera". Ce n'è per tutti - Selvaggia Lucarelli non le manda a dire neanche alla D'Urso, colpevole, a suo dire, di aver trattato la questione volutamente con sufficienza. "Per personalità, stile, interessi, approccio alla vita, al lavoro e alle persone - scrive -, non abbiamo nulla in comune. Però io dico le cose come stanno. Senza faccine e senza tante balle. E non fingo di dissociarmi da nessuno, che non c'ho tempo per i teatrini".  

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