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Oscar 2014, ecco perché "The Wolf of Wall Street" non ha vinto nulla

Serena Cirini
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Vincitori e vinti. Ogni premiazione, compresa quella degli Oscar, consegna a qualcuno la soddisfazione più grande per lasciare ad altri l'amaro in bocca.  Questa volta, a restare a mani vuote è stato il regista Martin Scorsese: il suo The wolf of Wall Street non si è aggiudicato nemmeno una statuetta. Nella competizione per il miglior film dell'anno, d'altronde, non c'è stata partita. A qualche ora dalla cerimonia, 12 anni schiavo era già dato come super favorito. Il film, diretto da Steve McQueen, deve aver conquistato i giudici dell'Academy, nonostante la crudezza, anche per il tema, "politicamente corretto": ispirato a una storia vera, racconta un storia di sofferenza e riscatto di un nero negli Stati Uniti al tempo dello schiavismo.   Duelli vinti - Tutto il contrario si può dire della pellicola interpretata da Leonardo di Caprio. Violento, scorretto, spietato e volgare. Un film, The wolf of Wall Strett, che ad alcuni è sembrato una sorta di "celebrazione" della spregiudicata figura del broker, tra cocaina, droga, sprechi, sesso violento, perversione e un fiume di parolacce. La giuria di Hollywood, insomma, non se l'è sentita di premiare una pellicola forte come quella di Scorsese. Sconfitta personale ed ennesima delusione per Di Caprio che, nella sezione riservata al Miglior attore protagonista, ha perso la sfida con Matthiew McConaughey. Per il bello (e bravo) Leo, insomma, la Statuetta ancora non arriva. Curioso il fatto che abbia vinto McConaughey: i due si sono sfidati in un duello "testa a testa" proprio nel dialogo della prima sequenza di Wolf of Wall Street (Di Caprio è il broker novellino, McConaughey il vecchio lupo esperto, spregiudicato, alcolizzato e cocainomane). Una scena d'antologia, in cui il neo-premio Oscar, senza nulla togliere a Di Caprio, in una sorta di stato di grazia ha dimostrato tutta la sua abilità davanti alla telecamera. Duello vinto, insomma. Proprio come l'Oscar...  

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