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Cinema, le recensioni dei film di Natale: niente "cinepanettone"? Ecco i consigli: cosa andare a vedere

Andrea Tempestini
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Quale film andare a vedere al cinema nel giorno di Santo Stefano e dopo i bagordi natalizi? Quest'anno, per la primo volta dopo vent'anni, non c'è il classicissimo "cinepanettone", sostituito - ma solo parzialmente - da Un Natale stupefacente con Lillo e Greg. Dunque, di seguito, una serie di consigli e recensioni di Giorgio Carbone sulle pellicole che troverete nelle sale. AMORE BUGIARDO, di David Fincher con Ben Affleck, Rosamund Pike, Kim Dickens Thriller. Durata 2 ore e 20 minuti. Voto: tre stelle Nick e Amy sono una coppia troppo bella per essere vera. Difatti, dopo cinque anni, il loro menage non decora più le cronache rosa, ma va in tv in programmi del tipo Storie maledette. Certo, quando cominciarono le loro scene da un matrimonio sembravano vivere in un sogno, in privato facevano l'amore divinamente, in pubblico erano i cocchi della Manhattan che conta. Poi è arrivata la crisi. Entrambi hanno perso il lavoro. Sono dovuti tornare a casa di lui nel Missouri. Lui ha aperto un bar, lei è diventata una casalinga disperata. Finché un giorno Amy è scomparsa. Prima ipotesi: è tornata a New York. Seconda ipotesi: è stata ammazzata dal marito che poi ha fatto sparire il corpo. La polizia indaga, i vicini spettegolano, le tv locali impazzano. Passano i giorni e la seconda versione (uxoricidio) prende sempre più corpo. Si scopre una relazione extra di Nick, si scopre un diario in cui Amy manifesta forti timori di essere eliminata dal coniuge. Si scoprono tracce di sangue (sangue di Amy, secondo i Ris del Missouri) in salotto e in cucina. A questo punto, una delle due. O Nick ha veramente fatto fuori la consorte. Oppure lei è ben viva e ha ordito un machiavello per incastrare il coniuge, al quale era legata da un allucinante rapporto amore-odio (per sapere quando amore e quanto odio dovremo aspettare l'ultima scena). PIACERÀ a quanti tra noi adottarono David Fincher 18 anni alla prima visione di Seven. In quasi quattro lustri David non ci ha mai deluso. Qualche volta incazzare (coi finali deboli di Zodiac e Fight club). Però mai un suo film banale, mai un soggetto di maniera (dici poco in un'epoca in cui il cinema americano sembra andare avanti a colpi di remakes e di super eroi?). Amore bugiardo è possibile che mandi a casa contenti tutti. Pur partendo da due premesse un po' inquietanti. Prima, il film parte da un best seller (di Gillian Flynn). Che se era riproposto pari pari poteva originare il pastrocchio (perché pieno di sottotrame, comprensibili perché recuperabili in un libro, farraginose e divagatorie in un film). Bene, David non solo ha chiamato Gillian alla sceneggiatura ma è riuscito a persuaderla a eliminare tutti i particolari, i personaggi che funzionavano magari sulla carta, ma il suo film l'avrebbero impiombato. Secondo pericolo, il disorientamento dello spettatore. Amore bugiardo parte come un giallo classico. Ma poi imbocca la strada della commedia di costume. E dell'apologo sul rapporto uomo - donna nel secolo ventunesimo. Amore bugiardo ha un'ossatura che ricorda (non casualmente) La donna che visse due volte di Hitchcock, ma dentro riesce a metterci cose che “Hitch” non poteva sognarsi. Oggi marito e moglie non possono ammazzarsi in santa pace, ma il loro dramma è gestito, manipolato capovolto dall'intromissione di “media”. Anche se manipolato fino a un certo punto. Nick sembra messo in croce da un terribile anchor woman, ma in realtà è lui a rigirare le carte. E idem per quanto riguarda Amy (sono due ragazzi del secolo, hanno imparato a menadito che l'unica cosa che conta è apparire e la prima cosa da imparare è come apparire). Il film ha avuto un grosso successo in America (anche per via di scene di sesso pesante che nell'edizione italiana sono state in gran parte abolite). E sollevato varie polemiche, tra cui l'accusa di misoginia. Accusa fondata. Anche se le spettatrici ameranno Amy. Che non è certo quella che vorrebbero essere, ma è forse quella che nel loro inconscio più represso sono. LO HOBBIT, di Peter Jackson, con Martin Freeman, Cate Blanchett e Ian McKellen Fantasy. Durata 2 ore e 40 minuti Voto: tre stelle La saga dell'Hobbit è giunta al terzo e conclusivo capitolo. I nodi vengono al pettine, cioè tutti i protagonisti e antagonisti si scontrano nella battaglia per la conquista del tesoro della Montagna Sacra. Al tesoro agogna l'esercito degli orchi scatenati dal mago Sauron; i nani dell'indomito Thorin; gli elfi di Cate Blanchett; e gli uomini guidati dall'hobbit Bilbo Baggins. Nonchè le Aquile, arma letale del mago Gandalf PIACERÀ anche più dei precedenti. Perché stavolta la storia non si perde nel tema del «viaggio» ma è azione dalla prima sequenza all'ultima (e nessuno come Jackson sa giostrare le battaglie in digitale). IL RAGAZZO INVISIBILE, di Gabriele Salvatores con Ludovico Girardello, Valeria Golino e Fabrizio Bentivoglio Fantasy. Durata: un'ora e 40 minuti Valutazione: tre stelle Un adolescente introverso è naturalmente vittima di atti di bullismo. Si prenderà le sue rivincite quando scoprirà di avere il super potere di rendersi invisibile. Non solo, di appartenere a un gruppo di sopravvissuti alla distruzione di una centrale russa. E che i sopravissuti sono braccati senza tregua. PIACERÀ A chi segue da qualche anno (a partire da Io non ho paura) con rinnovato interesse il cinema di Salvatores e l'ha visto spaziare in vari generi (il dramma, il noir) senza mai deludere. Qui ha tentato il «cinecomic» (il filone dei super eroi). Senza troppa originalità, ma anche senza tediare (prima qualità per un film natalizio). BIG HERO, di Don Hall e Chris William Animazione. Durata: un'ora e 48 minuti Voto: tre stelle Hiro è un genio della robotica che perde tragicamente il fratello, ma viene inaspettatamente soccorso dall'ultima invenzione del defunto, un automa programmato come un super psichiatra (diagnostica i mali oscuri delle persone e provvede subito con la cura giusta). Il robottone fa appena in tempo a rimettere in carreggiata Hiro: all'orizzonte della strana coppia compare un «cavaliere oscuro» armato di truci propositi. PIACERÀ Agli under 10 che non si fanno mai mancare il Walt Disney natalizio. Questo non offre le bellurie visive e canore di Frozen, ma sciorina una bella galleria di personaggini che tengono alto il divertimento (il più spassoso, la velocista Gogò). JIMMY'S HALL, di Ken Loach con Barry Wardm Simone Kirby e Jim Norton Film storico. Durata: un'ora e 49 minuti Voto: tre stelle L'incorregibile vetero comunista Ken Loach nella difficoltà (o impossibilità?) di biografare comunisti decenti nell'ultimo cinquantennio, ha dovuto fare un balzo indietro di un secolo e ha trovato Jimmy Gralton, leader della guerra civile, rimasto famoso non tanto per le imprese guerresche (andò presto in esilio in America) quanto per la creazione della Hall del titolo, un ritrovo dove i giovani potevano ballare, ma anche studiare e suonare o udire la musica jazz. PIACERÀ A chi, come noi ritiene che Loach, nonostante sia rimasto abbarbicato a idee più vecchie di lui (è molto vicino agli 80), come regista abbia conservato il fiato e la vivacità di un director quarantenne.

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