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Massimo Giletti, il monologo a Non è l'arena: "La Rai, la mia dignità e l'uomo che mi ha cacciato"

Andrea Tempestini
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Tutto come previsto. Massimo Giletti con Non è l'arena parte all'attacco. All'attacco, l'ennesimo, contro la Rai. L'attesissimo esordio su La7 del conduttore epurato si apre con un monologo, studio quasi buio, lui tra la rabbia e la commozione. E ancora una volta punta il dito contro Mario Orfeo, il direttore generale di Viale Mazzini, facendone il nome. Dunque aggiunge che "la Rai la amo e la ho amata. Sono entrato ragazzo e sono uscito giornalista". Ma "la dignità", afferma, non se la fa togliere. Dunque un pensiero anche per Fabrizio Frizzi e per Lamberto Sposini, un saluto ai due colleghi. Il tutto mentre Fabio Fazio iniziava la sua puntata di Che tempo che fa su Rai 1 e viveva l'incubo di uno share che, con assoluta probabilità, colerà ancor più a picco. Ma non è tutto, perché al termine del monologo di Giletti ecco un video-saluto di Fiorello. Un Fiorello che, con la consueta ironia, partecipa all'attacco contro Viale Mazzini: "Come avete fatto a farvelo scappare? Per fortuna che c'era Urbanetto Cairo, prontissimo a prenderselo". Poi il via alla trasmissione. Ma il massacro della Rai è già stato servito. Per approfondire leggi anche: Giletti: la frase con cui fece uscire di testa Berlusconi

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