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Massimo Giletti, Vittorio Feltri: in questa tv del menga batte tutti. Vi spiego perché Fabio Fazio ha rotto

Alessandra Menzani
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Non funziona niente in questo Paese televisivo della malora. Normalmente i dati Auditel (che misura gli ascolti dei vari programmi delle reti nostrane) giungono puntuali il giorno dopo ogni serata. Alle ore 10 della mattina sono sui tavoli delle redazioni. Stavolta rimangono misteriosi. Mentre scrivo - e sono le 17,15 - non è stato pubblicato un solo numero. Si ignora quanto abbia totalizzato Giletti su La 7 con Non è l'Arena e quanto abbia raccolto Fazio con la sua meteorologia dirottata da Rai3 a Rai1. Come mai? Forse Auditel è efficiente come la sanità calabrese? Abbiamo avuto il dubbio che il ritardo fosse dovuto alla necessità di taroccare le cifre controllate dall'ex monopolio e da Mediaset, autentiche padrone del mercato. Ma ecco che le percentuali, all'alba delle 17,20 piovono sui computer. Queste: Fazio 14; Rosy Abate 20,2; le Iene 11,45; Giletti 8,9. Se i risultati sono stati manipolati, ed è probabile, dimostrano comunque che Giletti, silurato da viale Mazzini, ha avuto un successo clamoroso che umilia soprattutto la madre delle reti, quella dove opera il chierico Fabio, il quale avrebbe in teoria dovuto dominare e che invece arranca nella mediocrità. Giletti viceversa pur su un canale d'élite, sfiorando il 9 per cento, ha ottenuto un trionfo dimostrando che è stato un grave errore giubilarlo. Immaginavamo che le cose sarebbero andate così. L'uomo dell'Arena, che non è più arena, si conferma conduttore capace e popolare; il rivale Fazio, benché disponga di un transatlantico, batte in testa, superato perfino da Rosy Abate, e rivela che avevano ragione coloro che lo volevano confinato su Rai3, il cui pubblico fighetto lo seguiva da anni. Ma chissenefrega. Il problema è un altro. L'azienda di Stato spende denari nostri e li spende male. Mentre Cairo spende i suoi e li investe bene. La7 sta facendo miracoli con due soldi, e il pachiderma Rete1 fatica con i conti e nel costruire un palinsesto decente. Giletti è bravo, sa stare davanti alle telecamere e tiene inchiodato il pubblico con argomenti di interesse generale. Fazio è fermo ad una formula antiquata: organizza una specie di cena in trattoria nella quale una tavolata di ospiti male assortiti ciancia del più e del meno, specialmente del meno, che annoia in mancanza di un filo conduttore. Una barba mortale, una marmellata insapore di chiacchiere vane e inconcludenti. Giletti ha affrontato la questione Fini-Tulliani, sempre trascurata dai media, convinti che l'ex presidente della Camera fosse una vittima mia o, meglio, della macchina del fango guidata dal sottoscritto, all'epoca direttore del Giornale, benché Giannini se lo sia scordato. Giannini, cioè firma di punta della Repubblica che allora accusava me di mettere merda nel ventilatore, quando denunciavo il signor Presidente e i suoi famigliari di aver ciurlato nel manico. Peccato che quella merda sia stata lanciata sulla mia faccia e abbia risparmiato la banda di Montecarlo. Non mi aspetto delle scuse, visto che i fatti mi sostengono, ma almeno si rispetti chi disse la verità in tempi lontani. E non dite scemenze su Giletti che a modo suo l'ha raccontata. Questo giornalista, se la smette di piangere e di autocelebrarsi quale martire della Rai, va solo elogiato se non altro perché è sincero e in sintonia con la gente. Quanto alle pensioni che gli stanno a cuore, sappia che l' Inps ha capitali in abbondanza per dare a chiunque l' assegno che si merita, peccato che li sperperi per pagare le sociali, la cassa integrazione, le maternità eccetera, confondendo la previdenza con l' assistenza, la quale dovrebbe essere a carico della fiscalità generale. Predicare senza conoscere la realtà significa sprecare fiato e disinformare. di Vittorio Feltri

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