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Carlo Conti, la proposta indecente da Berlusconi: "Un contratto da un miliardo"

vittorio feltri
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Una proposta indecente, direttamente da Cologno Monzese. Carlo Conti, ha ricevuto l'offerta della vita da Mediaset, e l'ha rifiutata: "Me lo chiesero molti anni fa: aggiungevano uno zero al mio contratto, 100 milioni di lire diventavano un miliardo. Ma non avevo capito quel che andavo a fare. Meglio crescere poco per volta". E così il conduttore toscano è rimasto un uomo Rai, forse l'ultima bandiera di viale Mazzini. Quest'anno però ha rinunciato a condurre il Festival di Sanremo: "Devo resettare la testa - ha spiegato in una lunga e intensa intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera -. Ho ascoltato tremila canzoni in tre anni. Scegliere è durissima. Io di solito poso la testa sul cuscino e dormo. Ho passato in bianco solo tre notti, quelle prima di annunciare i concorrenti. Mi svegliavo di continuo, cantando una canzone che avevo scartato, e mi dicevo: se la canto non posso escluderla!". Si è pentito del rifiuto a Mediaset, dal punto di vista economico? "Non sono tra i più pagati. Però faccio guadagnare. Il mio unico referente è il pubblico". Di Silvio Berlusconi, "grandissimo imprenditore", ricorda: "L'ho incontrato una sola volta, da Vespa: lui usciva e io entravo. Mi chiese perché non ero mai andato a Mediaset. Da lì nacque la voce falsa del mio trasferimento". C'è tanto spazio anche per il lato più privato di Conti. Suo padre morì quando aveva appena 18 mesi ("Vorrei che il mio primo ricordo fosse il mio babbo, ma proprio non me lo ricordo"), sua madre l'ha cresciuto da sola ("Non aveva una lira: aveva speso tutto in cure sperimentali, inutili. Avrebbe potuto gettarsi dalla finestra con me in braccio", invece trovò la forza di continuare, anche grazie alla Fede) e Carlo, nonostante tutto, ha vissuto un'infanzia felice. La prima volta che si è davvero reso conto di non avere un padre è arrivata nel 1983, a 22 anni: "Stavo giocando a tennis con il mio migliore amico: Leonardo Pieraccioni. Arrivò il suo babbo, si mise dietro di lui e cominciò a incoraggiarlo: batti meglio, forza il dritto. Venni a rete a raccogliere una pallina, mi voltai indietro, e compresi che io una figura così non l'avevo". E in questo momento, rivela Cazzullo, Conti si commuove.

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