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Fabio Fazio, la voce da Sanremo: c'è lui dietro la scelta di Claudio Baglioni, perché il Festival rischia grosso

Giulio Bucchi
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Un Festival di Sanremo molto musica e pochi frizzi e lazzi. Con un richiamino al 1968 che non è dato solo dal numero dell'edizione della kermesse né dal cinquantennale dell'anno più mitizzato del 900. Un Sanremo "più naturale", ma che potrebbe costare molto caro alla Rai. Dietro la scelta di Claudio Baglioni come direttore artistico della rassegna, sussurra la Stampa, ci sarebbe il suo vecchio amico Fabio Fazio, pesantissimo a viale Mazzini forte di un contratto faraonico. Il conduttore di Che tempo che fa avrebbe fatto il nome di Baglioni ai vertici Rai, che si sono affidati al cantautore rischiando tanto. Anche una scelta artistica per certi versi condivisibile, come l'esclusione di tanti, giovanissimi cantanti usciti dai talent, potrebbe costare visibilità all'evento, soprattutto sui social. Per approfondire leggi anche: "Sanremo, si sa già chi ha vinto". Festival truccato? Baglioni stesso, pur riconosciuto come un grande della musica italiana, non ha il profilo del Divo e non strizza l'occhio alle mode del momento. Gli stessi conduttori di ruolo scelti, Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, sottolinea la Stampa, suscitano più di una perplessità, così come la scelta dei concorrenti e delle canzoni. "Sanremo è poco rock e per niente rap", si preannunciano ritmi blandi e pochi colpi di scena. E senza canzoni memorabili (che all'Ariston nel corso degli anni si contano sulle dita di due mani), l'evento tv più importante dell'anno potrebbe andarsi a schiantare contro il decisivo scoglio Auditel.

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