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Antonio Ricci contro Claudio Baglioni, Dagospia ripesca il libro: "Pedofilia", "gravi problemi di erezione"

Alessandra Menzani
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Che Antonio Ricci non sopporti Claudio Baglioni ormai è noto. Quello che non si sapeva è che l'odio verso il cantautore romano ha origini antiche. Dagospia pubblica stralci di un libro del 1998 scritto dal papà di Striscia la notizia decisamente poco lusinghieri nei confronti di Baglioni. Si tratta del volume Striscia la tivù. Un capitolo del libro fa una "lettura psicoanalitica di Piccolo grande amore, dalla quale si evincono alcune caratteristiche inquietanti sul nostro".  Eccole per punti. "Voyeurismo. 'Quella camicetta fina, tanto stretta al punto che immaginavo tutto'. Che inutile fantasia morbosa. Cosa può immaginare Baglioni sotto quella camicetta? Due tette, al massimo tre". Addirittura: "Pedofilia. 'Quell'aria da bambina, io non gliel'ho detto mai però n'andavo matto'. Qui l'autore va giù piatto. E talmente assatanato che non prova nemmeno vergogna". E ancora: "Impotenza. 'Questo piccolo grande amore' che viene ripetuto in maniera ossessiva, cos'è? Cos'è il 'piccolo-grande' che 'manca da morire'? Fuor di metafora è la dolorosa ammissione di evidenti problemi erettivi. Problemi confermati dalle parole della partner: 'Mi diceva sei una frana'. Dove per 'frana' s'intende chiaramente roba che va giù. Un prolasso fisico". Per approfondire leggi anche: "Amico dei fasci", Ricci contro Baglioni, veleno brutale

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