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Fabio Fazio, il delirio di Luciana Littizzetto sugli affitti: la balla colossale su Raiuno

Giovanni Ruggiero
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Finché Luciana Littizzetto parla di cetrioli e sedani con i soliti doppi sensi, più o meno sembra sapere di cosa sta trattando. La comica però sarà convinta di essere proprio una tuttologa, tanto da lanciarsi in analisi e critiche anche in campo economico. Peccato però che alla prima occasione, vada incontro a gaffe clamorose, con un impassibile Fabio Fazio. L'ultima è successa domenica scorsa su Raiuno a Che tempo che fa, quando la ha fatto andare su tutte le furie i responsabili di Confedilizia. Nel suo sempre meno comico intervento, la Littizzetto e Fazio parlano di negozi che chiudono in numero sempre maggiore a Torino: "Poi vai a guardare e scopri il perché - dice la comica. "Perché aumentano gli affitti", le risponde Fazio. "Eh certo, aumentano gli affitti in maniera spropositata. Tu senti questi poveretti che dicono: ma certo che chiudo, non riesco a pagare affitti così esorbitanti! Possiamo mettere una regole che stabilisca che c'è un tetto per gli affitti?". Ovviamente il pubblico applaude, anche se non si capisce bene a cosa: "Se vai in un locale in centro - ha poi aggiunto - paghi 20mila euro di affitto, ma non esiste!". Leggi anche: Fazio, i numeri imbarazzanti: come cala a picco nello share Un vero e proprio delirio, almeno stando alla puntualizzazione del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che su Facebook ha scritto: "Nella tv finanziata dai contribuenti, l'economista Littizzetto spiega, confortata dal professor Fazio, che i negozi chiudono perché i proprietari di locali, malvagi, chiedono canoni di locazione esorbitanti. Pronta, però, la soluzione: mettere una regola che stabilisca che c'è un tetto per gli affitti. Geniale - aggiunte Spaziani Testa - abbiamo una risorsa del Paese e non la sfruttiamo. p.s.: segnaliamo che il proprietario di un locale commerciale, di quegli affitti esorbitanti, che non può aumentare per 12 anni, riesce a mettere in tasca quando gli va bene il 20-30%. Il resto se ne va per pagare 7 tributi (Imu, Tasi, Irpef, addizionale comunale Irpef, addizionale regionale Irpef, imposta di registro, imposta di bollo) e le spese per la manutenzione, senza parlare delle perdite conseguenti al mancato pagamento del canone e ai periodi di sfitto. Ma questo i due economisti hanno dimenticato di dirlo".

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