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Italia-Svezia, Fabrizio Biasin: apocalisse o salvezza

Andrea Tempestini
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In questo giorno di infame Apocalisse o fantozziana Salvezza, la domanda è doverosa: la Svezia ha diritto di andare al Mondiale almeno quanto noialtri italiani? La risposta è «sì». Chi siamo noi, i più belli del reame? Gli eletti per qualsivoglia scelta divina? Giammai, siamo una modesta Nazionale dal grande blasone, ma con un presente che smaschera difetti e clamorose magagne strutturali. Speravamo furbescamente di tenere gli scheletri nel rispettivo armadio Ikea, ma quelli hanno deciso di venire fuori tutti assieme: l'Italia, signori, è globalmente sputtanata, è la versione pallonara di Weinstein, è la Nazionale che tutti dicono «senza di voi non sarebbe la stessa cosa!», ma poi vai a controllare e scopri che i medesimi infamoni intimamente gufano, confidano nell'inciampo, sognano di poter dire «mamma mia che brutta fine i 4 volte campioni del mondo». Questo significa per caso che dobbiamo arrenderci? Che dobbiamo portarci avanti e studiare frasi salva-apparenze del genere «in fondo a noi piacciono soprattutto il nuoto in acque libere e il tiro a volo»? Non scherziamo. L'Italia è con la merda fino al collo come già le è capitato tante volte, non solo nel calcio. In passato ci hanno indicato come i «pesi morti» dell'economia, come i «poco seri» della politica, «gli inutili» della guerra e - pensa te - quasi sempre hanno detto cose sacrosante. Ma il fatto è che, non si sa come, quasi sempre ne siamo venuti fuori e anche con una certa eleganza. L'Italia è molto più cicala che formica, ha il difetto dell'improvvisazione e della teatralità, ma anche il dono dell'arte, della fantasia e soprattutto del colpo di culo che poi è il più importante. Siamo questa cosa qui, una squadra a un passo dal fallimento che sente l'odore della morte, lo percepisce, ma non può permettersi di subirlo. Per questo a Stoccolma non ci siamo riconosciuti negli azzurri: abbiamo lasciato fare i furbi agli svedesi, le abbiamo prese, ci siamo ridotti a fare l'orrenda figura dei bravi ragazzi. Il mondo al contrario. Noialtri non siamo per niente bravi ragazzi, siamo storicamente figli di zoccola della peggior specie, quelli che ti fottono senza averne merito e magari alla fine si sentono anche dire «grazie, è stato un onore aver lottato contro di voi». Ecco, lasciamo ai biondini l'onore e prendiamoci in qualunque modo il non-merito di andare al Mondiale. Insomma, evitiamo a qualunque costo il suicidio. Se ci pensate è una questione di sopravvivenza: loro alla peggio hanno lo sci di fondo, la pesca sportiva, i buoni sentimenti e Pippi Calzelunghe; a noi se ci levano il calcio non rimane un cazzo. Mettetevi una mano sulla coscienza, azzurri. di Fabrizio Biasin @FBiasin

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