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Nazionale, Ancelotti possibile ct. La trattativa e le condizioni di Carletto alla Federcalcio

Sara Ghisoni
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"Che si può fare per risollevare il calcio italiano? Andare in chiesa e pregare". Ancelotti non risparmia le battute su un tema che oggi è scottante. Il suo interesse verso la panchina azzurra non è mai stato nascosto: i suoi esordi da allenatore furono proprio con la nazionale, alla guida del suo maestro Arrigo Sacchi. La carriera che ha fatto parla da sola, dalla panchina di Reggio Emilia alla Juventus e il Milan, passando per le parentesi estere (Chelsea, Psg, Real Madrid), tutte fortunatissime se si esclude il recente esonero dal Bayern Monaco. In questo momento di crisi nera del calcio italiano, il suo nome torna prepotentemente alla ribalta, ipotesi suggerita dallo stesso Tavecchio per evitare le dimissioni.  Dello stesso avviso è Renzo Ulivieri, capo del sindacato allenatori: "La soluzione Ancelotti tapperebbe la bocca a tutti". L'ipotesi è resa ancora più suggestiva dall'affiancamento di Paolo Maldini, disoccupato di lusso dopo aver rifiutato la proposta del Milan cinese. Franco Ordine, sul Giornale, sostiene che il problema economico sia secondario, soprattutto tenendo conto dell'attaccamento che Ancelotti ha sempre dimostrato alla panchina azzurra; tra le sue richieste ci sarebbe invece la creazione di una Federazione forte, dotata di spessore e personalità, l'esatto opposto rispetto alla situazione attuale. La ricerca del Ct è diventata un toto-nomi senza capo né coda che ogni volta si conclude con Tavecchio che ribadisce di non volersi dimettere. Un'altra ipotesi che circola è quella di Max Allegri, ma sarebbe una soluzione solo a fine stagione visti gli impegni con la Juve in campionato e Champions. L'ultima opzione è una soluzione in stile Ventura, due anni fa si ventilava l'idea di Lippi tutor ma poi è naufragata, ma l'ipotesi causerebbe probabilmente non poche proteste.

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