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Figc, Tavecchio si dimette e accusa: "Ventura non l'ho scelto io, ecco qual è l'unica mia colpa. Dopo il primo tempo..."

Giulio Bucchi
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"Ho dato le dimissioni come mero atto politico, avevo chiesto anche quelle del consiglio federale ma nessuno le ha rassegnate". Carlo Tavecchio non si difende, ma attacca. Nel giorno del suo addio (imposto) da presidente della Figc, ribalta il tavolo e davanti ai giornalisti si esibisce in uno show ad alto tasso polemico. "Credo che siamo arrivati a un punto di speculazione che ha raggiunto limiti impossibili - ha spiegato -. Il quadro politico fino a stamattina non era cambiato, la Lega Pro non è mai stata alleata nella maggioranza. Nella riunione della settimana scorsa mi era stato inviato un documento programmatico e io in assoluta buonafede e totale sincerità avevo interpretato il fatto come positivo, non come alleanza ma come volontà di costruire qualcosa nel sistema sportivo". E fin qui, le questioni "tecniche", con la maggioranza venuta meno (anche per la mancanza dei rappresentati della Lega A e B) e, di fatto, una sfiducia ufficiosa.  Il piatto forte, però, arriva a proposito di "ambizioni e sciacallaggi politici". Dito puntato contro il presidente del Coni Giovanni Malagò. La sua proposta di commissariamento della Figc è stata giudicato "un atto grave" da Tavecchio, che è poi tornato sulla questione del ct Giampiero Ventura. "Ieri sera il presidente del Coni ha detto che il ct, dopo una analisi di quattro soggetti, lo ha scelto Marcello Lippi. Io non porto le riunioni private in pubblico. Ora sapete che non l'ho scelto io. Tavecchio paga per Ventura. Io sono disperato per questo, ma come Carlo".  "Le mie colpe per la mancata qualificazione al mondiale? Forse non essere intervenuto a Milano per cambiare allenatore alla fine del primo tempo...", ironizza poi su Italia-Svezia. "Se quel palo (di Darmian nell'andata dello spareggio a Stoccolma, ndr) fosse entrato, Tavecchio era un campione ma questa politica, questa amministrazione dello sport, non può andare avanti così. Le riforme non possono essere decise su un campo di calcio. Ditemi le altre federazioni cosa fanno...". E anche sul nuovo allenatore (il no di Carlo Ancelotti, secondo alcuni, avrebbe pesato parecchio sulla sfiducia al presidente) è polemico: "Ho parlato con quattro allenatori, ma mettergli in bocca che non venivano in Figc per Tavecchio è una falsità, una menzogna". Tavecchio resterà in carica effettiva fino a metà dicembre, il tempo di allestire l'asta per i diritti tv della Serie A. Il fiore all'occhiello dei suoi tre anni? "Sulla Var prima Biscardi, poi è venuto Tavecchio. Volevo la Var dal 2014, sono stato il primo a chiamare Blatter".

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