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Juventus-Inter finisce 0-0. Spalletti gode: non sono ancora grandi notti, ma il sogno scudetto è vivo

Giulio Bucchi
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«Chi s' accontenta gode, così così», canta il tifoso interista Ligabue. Le sue parole calzano a pennello per raccontare le sensazioni dopo lo 0-0 in casa della Juve, ma non solo quelle in casa nerazzurra. Perché a Torino la capolista soffre da morire, dimostrando di non essere ancora una squadra da grandi notti. Eppure porta a casa un punto prezioso dall' Allianz Stadium: forse non basterà a evitare il controsorpasso in vetta alla classifica da parte del Napoli, ma dà tanto morale e convinzione. Mastica amaro anche la Juve che, dopo la lezione rifilata al Napoli, non riesce a soffocare le aspirazioni della seconda rivale di fila. Tuttavia, gli uomini di Allegri dimostrano di essere ancora padroni del campo, nonostante l' ennesimo cambio di modulo e l' esclusione di Dybala. Perché dopo l' azzardo-Higuain, decisivo al San Paolo, il tecnico dei bianconeri ci riprova, lasciando in panchina Douglas Costa e la Joya. «Paulo sta maturando, è un momento difficile per lui ma deve dimostrare quanto vale», approva Marotta con una ramanzina nemmeno tanto velata all' argentino. Spalletti non vuole essere da meno e sorprende con Brozovic al posto di Gagliardini, mentre la la coppia Borja Valero-Vecino si prende in mediana. Una scivolata di Skriniar regala a Mandzukic la prima occasione della partita, ma il croato viene prima stoppato da Handanovic e poi neutralizzato sulla ribattuta da Miranda. La Signora parte con un 4-3-3 prudente che lascia a Borja Valero e Brozovic spazio per costruire, ma la manovra degli ospiti non raggiunge mai le punte. Per mezzora comunque l' Inter tiene meglio il campo e il pallone. E su una scivolata di Asamoah, solo un grande riflesso di Chiellini toglie il cross di Candreva dal piede di Vecino. I due allenatori hanno messo in piedi una partita a scacchi perfetta. E non potrebbe essere altrimenti visti i precedenti: 7 ko per Allegri contro i nerazzurri, 20 addirittura per Spalletti contro la Juve. Il vincitore sembra dover essere chi sbaglierà di meno ed è qui esce fuori l' esperienza della squadra abituata a vincere. Alla prima palla persa da Borja Valero, i bianconeri alzano il ritmo del pressing e l' Inter va in confusione. Al 45' arriva l' azione più ghiotta: palla al bacio di Cuadrado per la testa di Mandzukic - quasi un replay della chance di inizio partita -, ma stavolta è la traversa a salvare lo 0-0. Nonostante non sia in perfette condizioni fisiche, il croato si conferma l' arma più imprevedibile della Signora, in un primo tempo vissuto da Higuain come spettatore fin troppo nervorso (giallo per proteste). La Juve riparte fortissimo e si trascina dietro anche il Pipita, rasserenato nell' intervallo (mentre dall' altra parte è Icardi quello che si arrabbia per un mani evidentemente involontario). Gonzalo ritrova i suoi movimenti e manda in porta ancora Cuadrado. Spalletti deve mettere un argine: Santon stende il colombiano e si fa male, dentro Dalbert (appena 13' col Chievo dopo due mesi di panca). Il brasiliano si fa vedere subito con una deviazione salvifica su Khedira. Non basta: fuori Candreva spaesato, tocca a Gagliardini provare a fermare la marea bianconera. Nemmeno Dybala riesce a scardinare il muro nerazzurro, l' Inter chiude la partita con umiltà ed Eder al posto di Icardi. E resta imbattuta.

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