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Gigio Donnarumma, rovinato da Mino Raiola ma ha una grossa colpa: il silenzio

Andrea Tempestini
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Gigio Donnarumma è ufficialmente il giocatore più odiato dai tifosi milanisti. E, oggi come oggi, in Italia nessuno sembra disposto a difenderlo. Fatto curioso, per un portiere che un anno fa sembrava destinato ad essere la futura bandiera rossonera ed era già idolo di tutti i tifosi (e coccolato da mezza, facciamo tre quarti, d'Italia). Fatto curioso ma spiegabilissimo, in considerazione di come si è comportato, dal rinnovo all'ultima richiesta di annullare il contratto. Il massimo della difesa che si può proporre per Donnarumma è qualcosa del tipo: lui è ingenuo, il vero 'cattivone' è Mino Raiola. E se vogliamo tenere per buona questo tipo di difesa, allora si può provare a ricostruire come il procuratore abbia distrutto l'immagine del giocatore (il quale però, da par suo, non ha mai detto una parolina per provare a sistemare le cose). Tutto inizia quando Gigio esplode calcisticamente a 17 anni, diventa titolare del Milan e Raiola mette le mani su di lui. Diventa, anche suo malgrado, un uomo. Dunque si arriva alla scorsa, tribolatissima estate. E ci si arriva in un clima di sospetto, già avvelenato, in cui il rinnovo di cui si parla da mesi non arriva, latita. Dunque Donnarumma viene "spedito" a Ibiza: niente esami di maturità, l'obiettivo era stare il più lontano possibile dal club. E, anche qui, ci fu lo zampino di Raiola. Un brutto gesto, arrivato quando il banco col Milan era già saltato, tanto che all'europeo under 21 in Polonia accade il celebre episodio delle banconote scagliate contro "Dollarumma". Poi il pentimento, il post su Instagram in cui dichiarò amore al Milan ma che sempre Raiola gli fece cancellare, tanto che Gigio parlò di un finto hackeraggio al suo profilo. In questo contesto si arriva al rinnovo col Milan, una firma che però come tutto ciò che lo riguarda fa discutere: molti soldi, forse troppi (6 milioni netti all'anno) più il fratello Antonino all'ingaggio per lui stratosferico di 1 milione netto all'anno. Sembrava finita. Certo non benissimo perché, inevitabilmente, qualcosa tra lui e il Milan si era rotto: troppe polemiche, troppi silenzi, troppi soldi. Ma non era finita, affatto. Il capitolo più pirotecnico del Donnarumma "made in Raiola" doveva ancora essere scritto. Qui si arriva alla lunare richiesta d'annullamento del contratto di cui si è appreso questa settimana. Richiesta che non ha alcun tipo di possibilità di essere esaudita, l'obiettivo è un altro: esasperare l'ambiente, fare in modo che Donnarumma rimanga al Milan il meno possibile. Farlo vendere, e subito, al massimo prezzo possibile. Prima che il club abbia davvero bisogno di venderlo e dunque prima che sia costretto a venderlo a meno del massimo ottenibile. E in tutto ciò Gigio che ha fatto? Ha taciuto. Ha pianto in campo dopo la dura contestazione. Ma il silenzio, in un qualche modo, lo condanna. Già, col Milan è finita. Però lui è all'inizio di una carriera che sta per affrontare con un'immagine già profondamente compromessa. È per questo che, forse, una sua frase, una sua parola - di qualunque tipo - sarebbe molto più che necessaria.

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