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Robinho, le motivazioni della condanna a 9 anni per stupro

Matteo Legnani
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Robson De Souza, meglio noto come Robinho, 33enne ex attaccante del Milan e il suo amico Ricardo Falco, hanno manifestato «un assoluto dispregio per la condizione della vittima» della violenza sessuale di cui sarebbero stati autori. Lo scrivono i giudici della nona sezione del Tribunale di Milano nelle motivazioni alla sentenza di condanna a 9 anni di carcere nei confronti dei due imputati, entrambi brasiliani, accusati di avere abusato di una ragazza albanese di 23 anni con un gruppo di amici. Durissime le parole usate dai giudici per motivare il verdetto del 23 novembre scorso, in particolare con riferimento alle intercettazioni agli atti dell'indagine: «Nel valutare la personalità degli autori dell'abuso - si legge in un passaggio relativo al trattamento sanzionatorio - si deve dare rilievo particolarmente negativo ai toni e alle espressioni utilizzate nel commentare gli eventi, nel descrivere la ragazza con epiteti umilianti e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza e quindi di consapevolezza di una futura impunità; tale consapevolezza ha indotto gli imputati persino a ridere più volte dell'accaduto, evidenziando così un assoluto dispregio per la condizione della vittima, esposta a ripetute umiliazioni, oltre che ad atti di violenza sessuale mediante abusi particolarmente invasivi, e con un'assoluta sopraffazione fisica della vittima».

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