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Arbitri, Marcello Nicchi: "Rischiamo una nuova Calciopoli, non escludo lo sciopero"

Giulio Bucchi
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Il calcio italiano rischia una nuova Calciopoli. Parola di Marcello Nicchi, presidente dell'Aia, che vede in maniera molto negativa la possibilità che gli arbitri siano privati del 2% dei voti in Consiglio Federale e nelle assemblee elettive. "Vogliono indebolire il peso politico degli arbitri e questo significa minare la nostra indipendenza, la nostra forza, aprire scenari nefasti di un passato ancora da dimenticare - ha spiegato ai microfoni di Radio Anch'io Sport su RadioUno -. Potrebbe essere l'inizio di una nuova Calciopoli. È anacronistico che il Coni voglia togliere il diritto di voto all'Aia per aumentarlo ai professionisti". "Mettere le mani sugli arbitri - ha continuato il presidente dell'Associazione dei direttori di gara - significa che ognuno dice la sua nelle designazioni e nel modo di arbitrare. Calciopoli è nata proprio perché c'era gente che metteva bocca in cose che non gli competevano". E non si esclude l'idea dello sciopero: "Ieri si è confermato che i nostri arbitri sono di grande valore e spessore tecnico, sono il fiore all'occhiello di una Federazione che allo stato attuale non esiste. Sto cercando di evitare lo sciopero ma si sappia che se un giorno qualcuno arriva al campo e non trova l'arbitro, non resti sorpreso. Le sezioni non ce la fanno più. Io cercherò di evitare lo sciopero ma i riconoscimenti sono dovuti, anche all'estero gli arbitri partecipano all'elezione federale".

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