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Gigi Buffon cerca posto, Fabrizio Biasin: "C'è una sola certezza..."

Davide Locano
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E venne il giorno. Buffon convoca la conferenza più complicata della sua vita. E dice addio. Più o meno. Addio alla Juve, dopo 17 anni, il resto si vedrà. La conferenza inizia e ti accorgi che il 40enne portiere ha organizzato tutto quanto in rispetto al suo club, ma contro quel che sente. Non vuole mica smettere, Gigi. E lo capisci da quel che dice e da «come» lo dice. Leggi anche: Gigi Buffon, umiliazione privata: quella lettera... Parole sue: «È una giornata per me particolare, ricca di emozioni, ma ci arrivo con tanta serenità, felicità e appagamento», e «sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus, credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura», e «la mia paura era arrivare alla fine della mia storia con la Juve da sopportato, da giocatore che ha fuso il motore. Fortunatamente non è così», e «cosa farò? Fino a 15 giorni fa ero sicuro di smettere di giocare, mi sentivo già un ex calciatore con tanto di mesi difficili per elaborare il “lutto”. Adesso però sono arrivate proposte molto interessanti sia per restare in campo che fuori», e «di certo non voglio finire la carriera in campionati di terza e quarta fascia, sono un animale da competizione, lì non potrei vivere. Se decidessi di continuare sarebbe solo per grandi traguardi», e «squadre italiane? Non se ne parla», e «la Nazionale? Se Buffon era un problema tre mesi fa, figuriamoci adesso. L'Italia ha grandi e giovani portieri che è giusto facciano le loro esperienze», e «la proposta più importante me l'ha fatta Andrea Agnelli». A quel punto interviene proprio il presidentissimo bianconero: «Qualsiasi ruolo qui, passa da una seria formazione, che è quello che gli ho prospettato». Legittimo. A CUORE APERTO Questo sunto delle chiacchiere «a cuore aperto» griffate Buffon, però, non rende affatto l'idea. Gigi parla e dice la verità, ma è una realtà evidentemente «filtrata», che non racconta tutto. Non abbiamo prove, tuttavia ci sembra di poter dire che se fosse solo una questione del genere «decidi tu», Buffon si terrebbe stretta la sua porta, perché si sente ancora «in grado» o anche semplicemente perché non ha ancora voglia di poggiare il culo su una qualche poltrona. In casa Juve, però, certe «battaglie» è meglio non combatterle: se ti imponi rischi che ti venga precluso un futuro nel club (vedi Del Piero), se accetti di farti da parte nessuno ti negherà una poltrona. A Gigi accadrà proprio questo, ma quando? Se per gli esperti l'opzione «scrivania» è la più probabile (Sisal Matchpoint la quota 2.50, contro il 4.50 relativo a un ruolo in azzurro), la sensazione è che al momento lui preferisca continuare a frequentare gli spogliatoi. NON IN ITALIA Il problema è capire «dove»: la Premier sembra un'opzione difficile, la Liga pure. Non è impossibile ragionare sul Psg (secono le Parisien i francesi avrebbero offerto un biennale) o sulla Bundesliga. Nessuna possibilità, invece, per cinesi, arabi, indiani e americani: Gigi va avanti anche per una questione di quattrini (non fanno schifo a nessuno, quindi neppure a lui), ma spera di vincere ancora qualcosa di importante. Forse la questione è tutta lì: Buffon e la Juve si lasciano «bene», ma mentre il club pensa che sia giusto perché «Szczesny ora è meglio», lui crede di non essere secondo a nessuno. Che abbia ragione oppure no, abbiamo solo una certezza: uno con una carriera come la sua, ha il diritto di fare quello che gli pare. di Fabrizio Biasin

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