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Milan, ultimatum a Li: ha 7 giorni per trovare 10 milioni

Gino Coala
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Ha cercato di rassicurare i tifosi: «A prescindere dalla partecipazione all' Europa League faremo 2-3 acquisti». Ha provato a mostrarsi ottimista per la sentenza di metà giugno che deciderà il futuro dei rossoneri: «Nel tempo che resta proporremo argomenti nuovi che non abbiamo proposto nelle precedenti audizioni». Ma al di là della maschera e delle dichiarazioni di circostanza, l' ad del Milan, Marco Fassone, non è riuscito a fugare neanche uno dei tanti dubbi che tormentano il club dopo che l' Uefa ha bocciato la richiesta di patteggiamento e ha rimandato la decisione sulle sanzioni alla commissione giudicante che si riunirà tra una ventina di giorni: si va da una forte multa fino al blocco del mercato e all' esclusione dalle Coppe. Le novità di giornata, infatti, dicono tutt' altro. Dicono che almeno fino all' attesa decisione di metà giugno sul mercato non si muoverà una foglia; che il consiglio di amministrazione ha chiamato ulteriori 22,6 milioni di aumento di capitale, ma soprattutto che per Yonghong Li c' è una nuova dead line: adesso ha soli sette giorni per versare 10 milioni di euro, se non ci riuscirà il Milan passerà ad Elliott che è pronto a trovare un nuovo acquirente (si sono fatti vivi il magnate uzbeko Usmanov e il proprietario dei Miami Dolphins Stephen Ross). LA SCADENZA Un vero e proprio pressing verso la proprietà che suona così: l' Uefa ci ha fatto capire in tutti i modi che il problema del Milan è Yonghong Li e che le istituzioni calcistiche europee non si fidano della continuità aziendale anche perché c' è la zavorra del prestito da 380 milioni (con interessi e commissioni) da saldare a Elliott entro il 15 ottobre. Dunque, o arriva una schiarita oppure sono guai. A questo punto la palla passa a Li: se entro la prossima settimana non farà arrivare un bonifico da 10 milioni di euro sarà costretto a mollare il colpo. Da ricordare però che fino a questo momento l' uomo d' affari cinese ha onorato tutti i suoi impegni. Magari con dei piccoli ritardi, ma i bonifici ai quali era obbligato sono sempre arrivati. Rispetto ai 60 milioni deliberati qualche mese fa, Li ha versato 17,6 milioni (10,8 più 6,8) e sarà chiamato a sborsarne altri 30 entro giugno. Poi resterebbe un' ultima tranche da poco più di 10 milioni. IL RIFINANZIAMENTO Un' altra brutta notizia è arrivata ieri sul fronte del rifinanziamento. La ricerca, in corso ormai da mesi, di una banca o un hedge fund disposti a subentare nel prestito di Elliott. Servirebbe un finanziatore da 450-500 milioni. Impresa che con il passare del tempo è apparsa al limite dell' impossibile sempre per lo stesso motivo: nessuno è disposto rifinanziare la parte del prestito, 180 milioni all' 11,5% di interessi, che grava sulla Rossoneri Sport Investment, la scatola lussemburghese con la quale Li controlla il Milan. Motivo? Nessuno si fida di Li. Ci si sarebbe aspettata qualche parola di conforto da parte di Fassone. Però non ne sono arrivate. Anzi. L' ad ha infatti chiarito che «la parte di rifinanziamento più complicata è quella della holding (la Rossoneri Sport, appunto), le informazioni che ho io sono tali per cui non è da prevedere un' accelerazione a brevissimo. Per quanto invece riguarda il rifinanziamento del debito con il Milan, è una cosa più semplice, quando ci sarà una schiarita sulla holding sarà abbastanza rapido». Se non è un' accusa alla proprietà, poco ci manca. di Tobia De Stefano

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