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Fabrizio Biasin: il disastro di Sampaoli e Maradona

Cristina Agostini
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Il fatto che la spedizione argentina sarà ricordata più per la colossale sbronza di Maradona che per un gol o una traversa, è la sintesi perfetta della figura da fessi toccata ai tangueri. I tangueri sono Messi e Di Maria, ma soprattutto Sampaoli e Maradona. Di Maradona sappiamo tutto: è stato il più grande, ha avuto minimi problemi con alcol e droghe, ora vive in una situazione simile a quella di un post-sbornia infinito. Sarebbero esclusivamente cazzi suoi se non fosse che - volente o nolente - la sua immagine combacia con quella della sua Nazionale. L'«altro», Sampaoli, è un allenatore di calcio. In passato ha vinto persino una Coppa America con il Cile e, quindi, non dev' essere affatto un pirla, ma in Russia (e prima della Russia) ha fatto tutto il possibile per sembrarlo: si è qualificato all' ultimo secondo, ha convocato giocatori tirando i dadi, si è inventato un' impostazione tattica senza senso, ha fatto giocare chi doveva stare in panchina e viceversa, è stato abbandonato da tutti dopo 5 minuti dallo sbarco in Russia e per togliere ogni dubbio a chi si stava ponendo la domanda («ma è davvero così fesso?») ha scelto di mostrare tatuaggi e canotta nera in mondovisione. L' Argentina torna a casa e lo fa per due, banalissimi motivi: 1) È una Nazionale scarsa, che ha grandi nomi dalla trequarti in su e poca roba dalla trequarti in giù. 2) Gli argentini vivono nella convinzione che sia sufficiente indossare «quella maglia» per nascondere enormi limiti e rimediare all' improvvisazione di una federazione più arrogante che capace. P.s. La speranza è che nessun argentino legga mai questo sciocco trafiletto, perché il rischio è che lo impugni e dica: «Oh, minchioni, siete gli unici peggio di noi, insieme ai tedeschi, e avete anche il coraggio di parlare?». Non sapremmo davvero cosa ribattere. di Fabrizio Biasin

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