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A Londra e dintorni i ritmi della vita li detta il pallone

Gino Coala
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Quando senti gli inglesi cantare It' s coming home (La Coppa sta tornando a casa) - sempre che a casa stasera non ci tornino loro, dopo la sfida contro la Croazia - capisci quanto il calcio in Inghilterra coincida con la dimensione intima, domestica, familiare di ogni individuo. Una ricca letteratura britannica lo conferma, da Nick Hornby e il suo Febbre a 90', dove il calcio detta i tempi dell' esistenza quotidiana, a Colin Shindler e il suo esplicito La mia vita rovinata dal Manchester United. Ancor più ciò è visibile in quegli autori che provano a entrare nella mentalità ultras, adottando il punto di vista dei tifosi più accaniti, come fa Tim Parks in Questa pazza fede e John King nella sua trilogia incentrata sulla vita da hooligan che comprende Fedeli alla tribù, Cacciatori di teste e Fuori casa. King, il cui primo romanzo è stato definito da Irish Welsh «il miglior libro sul calcio che io abbia mai letto», si immedesima in un gruppo di sostenitori del Chelsea, un manipolo di semi-falliti guidati dal magazziniere Tommy Johnson che trovano nel pallone o, meglio, nel tifo il senso della loro esistenza come singoli e come comunità. Nel descrivere in maniera impietosa la miseria morale e materiale della working class nell' Inghilterra anni '90, King fa annusare gli odori in cui si imbattono gli hooligan, «la puzza di merda di cavallo e hamburger» in Fulham Broadway, e il sapore freddo e deciso della birra in gola, ne mostra la precarietà e le perversioni, la dipendenza dal sesso e dalla violenza, quella fottuta adrenalina che li porta a stare sempre sulla linea del fuoco pronti a una rissa perché, in fin dei conti, picchiare «è meglio che chiavare una passera». In questa fotografia di una tribù, chiusa nelle proprie ossessioni e nei propri riti di branco, per la quale è essenziale identificare un nemico (in questo caso, i tifosi del Millwall), non mancano tuttavia i sogni di riscatto, le ansie e le speranze che portano un ultras a immaginare di comprarsi il Queens Park Rangers, un altro a convincersi di poter ottenere successo grazie a un videogioco, e molti tifosi a credere all' esistenza di Liquidator, l' eroe hooligan vendicatore di torti contro la Thatcher. Ma soprattutto traspare la fierezza ultras, la consapevolezza di essere un tassello fondamentale nella grande commedia del calcio perché, avverte il protagonista, «senza l' urlo e il movimento del pubblico il calcio sarebbe uno zero. Senza la passione il calcio è morto. È la tifoseria che fa diventare il calcio una cosa importante». di Gianluca Veneziani

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