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Ecco perchè Monti si candideràIl Prof deve metterci la faccia

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Dalla Casa Bianca ai finanzieri della City il coro è unanime: Monti guidi una lista propria. E lui intanto riflette. Ma alla fine cederà

Ignazio Stagno
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  Il voto anticipato, nell'aria da giorni e di fatto ancorato all'election day del 10 marzo durante il vertice di ieri al Quirinale, costringe il partito del Monti-bis a uscire allo scoperto. S'intende: il partito vero, quello che va dalla Casa Bianca ai grandi fondi d'investimento della City, non il wannabe che sarà lanciato oggi da Luca Cordero di Montezemolo. Come prima mossa questo schieramento chiede a Monti di compiere un passo avanti, candidandosi alle elezioni politiche. Monti resta contrario all'idea, sia perché non intende pregiudicarsi la poltrona sul Colle, sia per ragioni caratteriali (gli schizzi che volano in campagna elettorale gli imbrattano il loden). Ma le sue convinzioni non sono più così tetragone. L'impressione, confidata (...)dal presidente del Consiglio all'amico e spin doctor Enzo Moavero Milanesi e alla strettissima cerchia di interlocutori di cui si fida, è che alla fine candidarsi sarà per lui una scelta obbligata. C'è allarme, tra i fan internazionali di quello che l'apologetico Financial Times ieri ha definito «il figlio prediletto di Milano», perché i calcoli ritenuti validi sino a pochi giorni fa rischiano di rivelarsi sbagliati. Il Monti bis era considerato, se non una certezza, un evento altamente probabile, spiega Fausto Carioti su Libero di sabato 17 novembre. Il Prof deve decidere. E pure in fretta. Aveva detto che si sarebbe candidato se qualcuno glielo avesse chiesto. Ebbene gli inviti a quanto pare non macano ma lui deve metterci il suo nome ela sua faccia. Aspettare una chiamata non basta. Monti deve scendere in campo in maniera più decisa e netta. Candidandosi.   Leggi il commento di Fausto Carioti su Libero di sabato 17 novembre  

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