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Per evitare lo sfascio del Paeseresta soltanto una carta:l'asse tra Letta e Letta

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Zio Gianni e il nipote Enrico tengono viva la trattativa: il vice di Bersani guida le colombe Pd vicine a Napolitano e gli azzurri aprono alla sua candidatura a Palazzo Chigi

Andrea Tempestini
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di Marco Gorra La speranza di quanti nel Pdl e nel Pd non si rassegnano all'impossibilità di mettere in piedi intese il meno strette possibile di cognome fa Letta. Di nome fa rispettivamente Gianni ed Enrico. Zio e nipote che, così distanti e così vicini, presidiano la linea anti-sfascista cara al Quirinale e a cui si guarda nella speranza che la XVII legislatura possa trovare uno sbocco.  Il braccio destro di Silvio Berlusconi, al solito abile nel portare il Cavaliere a miti consigli, è il riferimento di quanti a via dell'Umiltà temono che far saltare il banco possa rivelarsi controproducente, mentre il vicesegretario Democratico sta diventando il polo di attrazione per quanti al Nazareno nutrono dubbi sulla linea “o me o il diluvio” imposta da Bersani. (...) L'unica carta per evitare che l'Italia vada definitivamente allo sfascio, come spiega Marco Gorra su Libero di giovedì 4 aprile, è l'asse Letta-Letta. L'intesa tra lo zio Gianni (del Pdl) e il nipote Enrico (del Pd). Sono loro due, infatti, a tenere viva la trattativa tra moderati e centrosinistra. Il vice di Pier Luigi Bersani guida le colombe del Pd vicine a Napolitano, e gli azzurri aprono alla sua candidatura a Palazzo Chigi. E in questo contesto, se nascesse un governo di larghe intese, il favorito numero uno per l'elezione al Colle sarebbe Franco Marini, candidato di centrosinistra non ostile al centrodestra. Leggi l'approfondimento di Marco Gorra su Libero di giovedì 4 aprile

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