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Veneziani: "sì alle geishe

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come conforto sociale"

Luigi Santambrogio
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Per mandare a puttane l'infinito dilemma sulle case chiuse o riaperte, vorrei proporre una Terza Via, che non è naturalmente una via nascosta su cui convogliare la prostituzione stradale e non è nemmeno l'idea di case semichiuse, come tenderebbe a fare un paese a vocazione centrista, che cerca sempre una via di mezzo tra liscia e gasata e che per la droga e i casinò ammette la modica quantità: sì, ma poca roba. Bando all'ironia, la mia proposta è riconoscere pubblicamente il ruolo di assistente sessuale, via di mezzo tra assistente sociale e animatrice sensuale, attingendo da antiche e nobili tradizioni, dalle etèra classica alla geisha giapponese. Il sesso non può essere materia di Stato perché se lo spartiscono rigorosamente l'intimità e la morale, il piacere e il peccato. Ma il bisogno di assistenza, conforto, compagnia, in una società di solitudini, insicurezze, complessi e frustrazioni, è materia di Welfare. Non sto proponendo dopo la devolution un ministero per la prostitution; sto cercando di dare una ragione sociale e una dignità civica ad un ruolo che esiste nella nostra società, che va sottratto al vizio e alla mania, alle strade e ai papponi, su cui giustamente interviene il ministro Carfagna.  La via della geisha è un modo saggio e umano per uscire dall'alternativa tra il riconoscimento di Stato della prostituzione, al fine di tutelarla e regolamentarla, e la condanna penale di ogni forma di prostituzione, lasciando che prosperi in forme selvatiche e più pericolose... Marcello Veneziani mercoledì su Libero

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