L'editoriale
di Maurizio Belpietro
Di Guido Bertolaso ognuno di noi conosce i meriti. Probabilmente, non ci fosse stato lui, Napoli sarebbe ancora sommersa dai rifiuti e i terremotati dell'Aquila starebbero ancora nelle tende o, al massimo, nei container. Nessuno meglio di lui ha saputo dar prova di capacità nell'affrontare le emergenze. Da Viareggio a Messina, da Catania a Lucca, il sottosegretario alla Protezione civile è riuscito a soccorrere gli sfollati e a fronteggiare ogni tipo di calamità con una rapidità e una bravura esemplari. L'efficienza dimostrata in più occasioni ha spinto presidenti del Consiglio di vario colore a ricorrere a lui anche quando non si dovevano assistere le vittime di un evento naturale, ma c'era da fare in fretta, e bene, qualcosa. Così è successo con la temutissima Sars, così è stato con i lavori di preparazione dei vertici internazionali. In ogni occasione egli ha dimostrato perizia e credo che noi tutti di ciò dobbiamo essergli grati e mai, a parer nostro, nessuna accusa potrà cancellare quel che ha realizzato. Fatta questa premessa, c'è da aggiungere qualche riflessione a margine di quel che emerge dall'indagine della Procura di Firenze. Ieri, quando abbiamo letto i primi lanci di agenzia riguardanti gli arresti, abbiamo pensato che si trattasse della solita inchiesta in vista delle elezioni, destinata poi a smosciarsi ad urne chiuse. Di magistrati che hanno voglia di farsi un nome possibilmente sulle spalle di qualcuno che politicamente non gli sta troppo simpatico ne abbiamo visti tanti. Leggendo però l'ordinanza del giudice ci siamo fatti l'idea che in questa storia di affari e sesso qualcosa di losco in effetti ci sia. Non tanto a carico di Bertolaso, riguardo al quale circolano anche parecchie fantasie che i pm inseguono, ma dell'entourage che lo circondava. Soggiorni in albergo, viaggi, escort, auto di lusso: se è vera la metà delle cose che il gip ha riportato negli atti, non c'è dubbio che quella che ruotava intorno alla Protezione civile era una banda di profittatori o, meglio, di banditi. Detto questo c'è però da stabilire se l'uomo dei miracoli è semplicemente caduto in un tranello e ha, come è umanamente possibile, concesso fiducia a chi la fiducia non la meritava oppure c'è altro. I magistrati riferiscono di frequenti incontri tra Bertolaso e l'imprenditore al centro di appalti e favori. In più di un passaggio raccontano di sedute che si svolgevano in un centro benessere e alludono a rendez-vous di natura sessuale. A leggere bene le carte e anche le intercettazioni rese note non c'è però alcuna prova che quelli non fossero semplici appuntamenti per curare il mal di schiena. Né c'è mai l'evidenza di un passaggio di denaro o di costosi regali elargiti al sottosegretario. Sì, ci sono episodi che possono parere sospetti, come una festa a centro massaggi chiuso, ma alla quale Bertolaso non partecipa e perciò viene annullato tutto quanto. In un passaggio dell'ordinanza del tribunale, poi, è riportata una conversazione telefonica in cui il capo della Protezione civile chiede al gestore del centro di preparargli la documentazione necessaria per poter pagare, anche se in ritardo, l'iscrizione annuale come ogni normale cliente. Tanto più che l'esercizio in questione è convenzionato con la presidenza del Consiglio, quindi è abbastanza normale che un rappresentante del governo se ne serva. L'avvocato del nostro signore dei terremoti ha parlato di un gigantesco equivoco e lui stesso, in un'intervista concessa al Tg2, ha spiegato di non avere nulla di cui vergognarsi e preannunciato che si difenderà come un leone. Conoscendolo, seppur solo tramite il suo operato, non abbiamo dubbi. Ci permettiamo però un suggerimento, che è anche qualcosa di più: parli e in fretta. Vista la vischiosità delle accuse non stia zitto né si limiti alle frasi pronunciate ieri in tv, che sono chiare ma non chiariscono i misteri adombrati dai magistrati. Racconti la sua verità senza reticenze o strategie da azzeccagarbugli. Dica ciò che è successo e se qualcuno si è approfittato della Protezione civile e della sua buona fede. E spieghi chi è la donna la quale gli praticava i trattamenti, in modo che possiamo capire se si tratti di una onesta professionista cinquantenne come sostiene Berlusconi o di una ragazza con altre abilità che non alleviare i dolori. Un uomo che ha affrontato i terremoti e le alluvioni non può avere paura di una tempesta. Soprattutto se è di carta.