L'editoriale
di Maurizio Belpietro
Dunque, vediamo di ricapitolare. L'uomo che per combattere Berlusconi si è autonominato paladino della questione morale, alcuni anni fa, in qualità di presidente di Alleanza nazionale, ha ricevuto una donazione da un'anziana elettrice. Denaro, quadri, terreni e immobili: tra questi un appartamento a Montecarlo, paradiso di chi vuole pagare meno tasse e per questo molto ambìto. Il lascito avrebbe dovuto finanziare «una buona causa», quella cioè di un partito di destra, invece stranamente la parte più cospicua, cioè la casa nel principato di Monaco, è finita nelle mani del fratello di Elisabetta Tulliani, compagna di Gianfranco Fini. Cosa c'entri il supercognato con l'attività del partito non è noto, anche perché da quel che risulta non ha alle spalle un'attività politica e neppure si prevede che l'avrà in futuro. Di lui si sa solo che dopo essere entrato nell'orbita del presidente della Camera ha ottenuto, seppur indirettamente, alcuni appalti per conto della Rai, occupandosi di selezionare figuranti e attricette. Cosa ci faccia il signor Tulliani nella casa di An e soprattutto come possa permettersi un appartamento il cui valore è stimato in oltre 3 milioni di euro è un mistero. «Tutto regolare, è solo in affitto», si sono affrettati a precisare i legali del supercognato. Noi, in assenza di riscontri che facciano pensare il contrario, prendiamo per buona la dichiarazione degli avvocati. Ma subito dopo viene spontanea un'altra domanda: se non è di Tulliani, la casa di chi è? Chi c'è dietro le misteriose società offshore costituite un paio d'anni fa a Santa Lucia, delizioso paradiso fiscale caraibico? E perché tra tanti possibili locatari rintracciabili in loco i compratori hanno deciso di affittare proprio a un parente del venditore? Da quel che ha accertato il nostro Franco Bechis a fondare le scatole vuote che servono da paravento ai veri proprietari sarebbero stati un paio di legali italiani di cui è però difficile scoprire i nomi e praticamente impossibile identificare i mandatari. Né si riesce a sapere di più chiedendo ai tesorieri dell'ex Alleanza nazionale, i quali hanno già detto di non ricordare a chi fu ceduto il prezioso appartamento. Strano? Sì. Ma ammettiamo pure che i cassieri di An siano corti di memoria e che sia solo una curiosa coincidenza il fatto che il supercognato abbia poi affittato quella casa. Resta un'altra questione: il prezzo. Se infatti non è possibile diradare la nebbia che circonda gli acquirenti dell'abitazione di Boulevard Princesse Charlotte 14, a Montecarlo, è invece facile sapere a quale prezzo è stata venduta nel 2008 dalla stessa Alleanza nazionale. Basta infatti leggere i bilanci del partito per scoprire che l'immobile è stato alienato per 65 mila euro, come sempre Bechis ha appurato. Non sappiamo quanto sia grande: c'è chi dice 80 metri quadri più terrazzo, chi 70 più balconi. Accettiamo l'ipotesi minima: fanno poco più di 900 euro al metro quadro. A un simile prezzo non solo non si compra un monolocale a Montecarlo, ma neppure un box a Milano. Lasciamo pure perdere le stime che parlano di un valore intorno ai 3 milioni di euro, ma resta la proposta di un condomino di Boulevard Princesse Charlotte che qualche anno fa aveva offerto 1 milione e mezzo di euro per comprare l'appartamento, proposta che i tesorieri di An avrebbero rifiutato. Insomma, comunque la si guardi, dal mistero che circonda gli acquirenti all'ancor più fitto mistero del prezzo di vendita, appare certo che la questione è assai losca. Non sappiamo se la vendita e la relativa trattativa sul valore dell'immobile siano avvenute all'insaputa del presidente della Camera. Nonostante sia coinvolto il fratello della sua compagna è infatti possibile che Fini, come un qualsiasi ministro dello Sviluppo economico, non si sia accorto di nulla, neppure che si stava cedendo a quattro euro un bene che ne valeva molti di più. E' certo però che, se all'epoca del pasticcio non gli hanno detto nulla, ora lui deve dire qualcosa. Troppo comodo occuparsi solo delle questioni morali degli altri. Troppo comodo occuparsi delle case altrui e mai delle proprie.