Cerca
Cerca
+

L'editoriale

Esplora:
default_image

di Maurizio Belpietro

bonfanti ilaria
  • a
  • a
  • a

Per un giorno ho deciso di estraniarmi dallo scontro politico in corso nella maggioranza. Ne ho le tasche piene delle manovre di Gianfranco Fini e pure delle dichiarazioni che quotidianamente i suoi pasdaran producono per conquistare uno spazio sui giornali. Senza il megafono di stampa e tv né le esternazioni del presidente della Camera né gli articoli di Fare futuro  avrebbero alcuna eco.  Le persone comuni forse si appassionerebbero a sapere dov'è finito Giancarlo Tulliani, come se la spassa in Ferrari e come la metterà con la storia dell'appartamento lasciato in eredità ad An e finito nella sua disponibilità. Ma sono certo che non hanno nessuna curiosità di sapere quel che pensa il signor Rossi, vale a dire il direttore del sito web da cui partono le bordate finiane. Di sicuro la gente è più interessata agli affari di casa propria e a proposito di questi, mi ha colpito la lettera di una signora milanese indirizzata a Umberto Bossi.  La donna, che di nome fa Raffaella Piccinni, è una leghista convinta, una che sul balcone sventola la bandiera padana anche se il resto del condominio la guarda storta. Ma da qualche tempo la sua fede nel Carroccio ha cominciato a vacillare. Colpa dei rom, o, meglio, di una decisione della giunta Moratti, avallata dalla Lega, che autorizza la costruzione di un maxi campo nomadi vicino a casa sua, non lontano da via Padova, zona ad alto tasso d'immigrazione dove, nell'intento di riportare un po' d'ordine, mesi fa l'amministrazione comunale impose il coprifuoco. La signora contro la delibera del Comune ha raccolto migliaia di firme e si è anche fatta promotrice di iniziative per bloccare il progetto, che fra l'altro non sarebbe gratis ma costerebbe alla collettività 5 milioni di euro, perché prevede la costruzione di villette e campi da calcetto.  Da quel che riferisce la donna, l'attivismo non è stato gradito dai vertici milanesi del partito di Bossi, i quali avrebbero provveduto a sospenderla per dieci mesi. La storia mi ha colpito: ma come, siamo in un Paese amministrato dal centrodestra, in cui vige una legge sull'immigrazione che si chiama Bossi-Fini, dal nome di due leader della maggioranza che la vollero,  e ora, mentre il secondo è passato a sinistra e vuol dare il voto agli immigrati, il primo caccia chi protesta contro i rom?  Invece di espellere i nomadi allontanano chi non li vuole come vicini? In Francia Sarkozy, che pure non fu eletto con un programma contro l'immigrazione, non è andato tanto per il sottile e Obama, che pure è l'icona della sinistra, ha rimandato a casa gli immigrati come neanche Bush faceva. Perché dunque  non si può fare da noi? In fondo il centrodestra l'abbiamo eletto anche per questo, mica per inasprire il codice della strada. Urge revisione del programma o per lo meno è necessaria la sua applicazione. Visto che il vertice di maggioranza si è riunito a Palazzo Grazioli per decidere i punti chiave dell'azione di governo in settembre, si chiariscano anche le idee sull'immigrazione. E poi, una volta decise, le spieghino alla signora Piccinni che sventolava la bandiera leghista sul balcone di casa.

Dai blog