L'editoriale
di Maurizio Belpietro
Per la maggioranza degli italiani oggi è il giorno del grande rientro e domani quello del ritorno al lavoro. Non so se sarà così anche per Gianfranco Fini: è noto, i parlamentari godono di un trattamento privilegiato, anche nelle vacanze. Dunque non è possibile dire quando il presidente della Camera deciderà di uscire dalla villa di Ansedonia, in cui si è rintanato appena è scoppiata la grana della casa di Montecarlo, ricevuta in eredità da An e finita in uso al cognato. Nell'incertezza sui programmi della terza carica dello Stato, ho pensato di riassumere brevemente le domande cui Fini dovrà rispondere quando tornerà a materializzarsi in Parlamento, aggiungendo qualche consiglio. Fino ad oggi, complici le distrazioni da spiaggia e la chiusura della Camera, l'ex leader di Alleanza nazionale si è infatti potuto sottrarre con facilità ai quesiti sugli affari immobiliari del suo partito e della sua famiglia, oltre a certi strani appalti in Rai. Ma quando l'attività politica tornerà a pieno regime, sarà difficile per lui sfuggire, evitando di rispondere. La prima questione che gli verrà posta sarà ovviamente quella relativa alla casa. Da quasi un mese gran parte della stampa, compresa quella di sinistra, gli chiede conto della strana operazione e soprattutto di fare i nomi degli acquirenti, svelandone l'identità nascosta dietro a delle società offshore. Dicono che il presidente stia preparando una puntigliosa risposta insieme al suo avvocato, la tosta Giulia Buongiorno. Speriamo però che non siano vere le voci secondo le quali starebbe cercando di trovare un prestanome da dare in pasto alla stampa: un finanziere da far spuntare all'improvviso, che si assuma ogni responsabilità, sgravando la terza carica dello Stato e la sua famiglia da ogni ombra. Speriamo sia una malignità, soprattutto perché i pastrocchi alla fine vengono a galla e sarebbe terribile scoprire che qualcuno si è dato da fare per nascondere, o addirittura alterare, i fatti. Altro quesito cui Fini dovrà rispondere è quello che riguarda gli appalti Rai al cognato e alla suocera. Libero ha pubblicato un'intervista a un alto funzionario di Viale Mazzini, Guido Paglia, il quale ha accusato il presidente della Camera di aver fatto pressioni per far ottenere contratti alla famiglia della moglie e per aver detto no a questo dirigente - tra l'altro amico di Fini - sarebbe stata segata la carriera. Anche qui, consiglio di evitare le classiche balle, ovvero di nascondersi dietro ai formalismi o ai paraventi di altri dirigenti: fin da bambini insegnano che le bugie hanno le gambe corte e quelle che hanno come scenario la tv di Stato, un posto dove non esiste un muro senza spifferi, le hanno cortissime. Infine Gianfranco, già che c'è, potrebbe fornire qualche delucidazione circa l'appartamento romano in cui vive. L'ex patron del Perugia Luciano Gaucci sostiene che l'abitazione la intestò a Elisabetta Tulliani, oggi compagna di Fini, per sottrarla al fallimento della società di calcio. È vero che lui direttamente non è coinvolto, ma potrebbe sempre chiedere alla signora che gli ha dato due figlie di esibire gli atti bancari con cui sono giunti i fondi per pagare la casa, così da fugare il sospetto che ci sia qualcosa di losco, soprattutto negli atti successivi. Qualunque commercialista sa infatti che quando una società è sull'orlo del crac, se si distrae parte del patrimonio si rischia l'accusa di bancarotta fraudolenta e gli eventuali complici possono essere incriminati per concorso in bancarotta. Queste domande riguardano questioni delicatissime, sui cui è opportuno far luce. Troppi sono i dubbi per nasconderli dietro alle frasi di rito e alle dichiarazioni degli uffici stampa o delle veline. Meglio parlare, raccontando la verità. Soprattutto se si hanno ambizioni di far carriera politica presentandosi come l'Uomo della Trasparenza. Presidente, su coraggio, attendiamo il suo rientro. Ormai manca poco. Vuoti il sacco, se non vuol rimanere in ferie per sempre.