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Emanuele Filiberto: errore

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chiedere i danni all'Italia

Albina Perri
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Il principe è nudo. Emanuele Filiberto dice di essere pentito di aver chiesto all'Italia il risarcimento danni per i 54 anni di esilio della famiglia reale. I Savoia hanno chiesto 260 milioni di euro, e indietro i beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana. Ora Emanuele Filiberto dice che quella richiesta è stata un errore.  “Penso che su di me pesino tanti pregiudizi. Mi dipingono come uno che vive al di fuori del mondo, che non ha il senso della realtà. Non è vero. Sono cresciuto in un ambiente privilegiato, ma lavoro come tutti, mi mantengo da quando avevo 22 anni e incontro continuamente persone di tutti gli ambienti", ha detto in un'intervista a Men's Health . “È stato un errore fare la richiesta di risarcimento”, spiega Emanuele Filiberto. “Ho visto l'odio negli occhi della gente. Non mi era mai capitato prima: sentivo una tale ostilità che trovavo ogni scusa per rimanere chiuso in casa”. “Purtroppo è difficile tornare indietro”, confessa il principe, poi un appello per il perdono: “Non resta che ammettere gli errori e chiedere scusa. Scusa a tutte quelle persone che hanno perso dei cari e che nel mio cognome leggono ancora un dolore personale”. “Le difficoltà sono una scuola di vita”, sottolinea il nipote dell'ultimo re d'Italia che, in riferimento allo scarso risultato ottenuto alle elezioni in cui si è presentato con il partito Valori e Futuro, tiene a chiarire: “È stata una dura lezione, ma non un fallimento totale. Mi ha insegnato molto su come vivono gli italiani all'estero, che mi sento ancora adatto a rappresentare. Demoralizzarsi quello sì che è un errore. Le esperienze negative vanno prese come opportunità, o le hai vissute inutilmente...”.

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