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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Andrea Tempestini
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Giuro, di persone dure di comprendonio nella mia carriera ne ho viste molte. Si sa, i giornalisti frequentano parecchia gente e nel mucchio c'è anche chi è poco sveglio. Una quantità così imponente di zucconi come dentro Futuro e Libertà però, confesso, non l'avevo mai vista. Ovviamente non ne faccio loro una colpa: la batosta che hanno preso il 14 dicembre deve averli un po' storditi. Per cui, con pazienza, mi provo a rispiegare la faccenda di cui mi sono occupato nei giorni scorsi, cercando di essere il più chiaro possibile. Mi scusi dunque il lettore se userò un linguaggio comprensibile persino a un bambino, sperando che finalmente anche i finiani intendano. Vediamo. Giorni fa un signore che non conoscevo mi ha rivelato che in Puglia si stava progettando un attentato a Gianfranco Fini. Un attentato vero, con tanto di pistola, e non uno finto, come hanno dedotto quelli di Fli. Secondo i piani, il ferimento del presidente della Camera avrebbe dovuto ricadere sulle spalle di Berlusconi, in quanto mandante dell'agguato. In cambio del colpo di pistola contro la terza carica dello Stato e, ovviamente, del silenzio, l'attentatore avrebbe ricevuto 200 mila euro. Tutto ciò sarebbe stato organizzato con l'obiettivo di destabilizzare la situazione politica italiana. Riepiloghiamo. Di questo attentato Fini sarebbe stato senza dubbio una vittima né diversamente potrebbe essere considerato, e io come tale l'ho dipinto. Vittima, ovviamente, sarebbe stato anche il presidente del Consiglio, perché ingiustamente accusato d'essere l'organizzatore del ferimento. Se tutto questo è chiaro, anche ai finiani, non si capisce perché questi ultimi mi insultino e accusino Libero delle peggiori nefandezze. Non dico che mi aspettassi un ringraziamento: avendo avuto recenti travasi di bile, capisco che non siano in vena di gentilezze. Però almeno mi sarei atteso il silenzio. Dalle rivelazioni, infatti, il loro capo ha tutto da guadagnare. Se la storia è vera, con la pubblicazione probabilmente ha scampato un bel pericolo. Nel caso invece sia il frutto di uno squilibrato, Fini è informato dell'esistenza di un tizio che racconta di un probabile attentato contro di lui. Perché dunque tanta agitazione fra i futuristi? Me lo sono chiesto sia lunedì che ieri. E l'unica spiegazione trovata è che a infastidirli, più della minaccia di un attentato, sia stata la questione della escort, ovvero la signorina di Modena la quale dice di essersi intrattenuta con Gianfranco lo scorso anno. Come nel caso dello sconosciuto pugliese, anche per quanto riguarda la donna non so se si tratti di informazioni vere o meno e di questo ho avvertito i lettori, evitando di riportare i particolari riferitimi. Nel caso racconti balle, i finiani dovrebbero perciò essermi riconoscenti: così hanno potuto apprendere che una persona bussa alla porta delle redazioni offrendo particolari a luci rosse sul loro leader. Invece, l'onorevole Angela Napoli addirittura propone una petizione per far chiudere Libero. Non che la cosa mi colga impreparato, di stupidaggini i futuristi ne dicono tante, una più o una meno non fa differenza. Così come non fa differenza la querela annunciata da Fini, il quale, evidentemente troppo occupato con le immersioni, non ha avuto il tempo di leggere ciò che ho scritto e si è fidato del racconto di Bocchino. Pazienza, aspetteremo che torni dalle Laccadive per spiegargli meglio i fatti. Chissà che non capiti l'occasione di farsi spiegare qualcosa anche da lui, per esempio come un bel giorno abbia deciso di suicidarsi politicamente.  E, perché no, come gli sia venuta l'idea di far finire l'appartamento di Montecarlo in affitto a suo cognato. Magari potremmo fare un altro scoop. Comunque, in attesa, faccio gli auguri a lui e famiglia allargata. Buon anno.

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