L'editoriale
di Maurizio Belpietro
Confesso: fino a ieri ho sospettato che per il Cavaliere fosse giunta l'ora di congedarsi. Stretto nella morsa di pm e opposizione, mi pareva non avesse altra via d'uscita se non quella di trattare un'onorevole resa. Ossia la possibilità di scegliersi il successore, ottenendo per sé un salvacondotto che lo proteggesse dall'aggressione delle Procure con una nomina a senatore a vita. Ora però ho quasi la certezza che Berlusconi ce la farà anche stavolta e che il copione scritto da magistrati, questurini e girotondini finirà esattamente come tutti gli altri messi in scena negli ultimi anni, vale a dire con un pernacchio. Il convincimento mi deriva da alcuni fatti che cercherò succintamente di elencare. Il primo è di ieri e riguarda Santoro, Travaglio e i loro compagni di merende. I mattatori di Annozero dopo aver annunciato una manifestazione contro il presidente del Consiglio ieri l'hanno annullata rinviandola a data da destinarsi. In alternativa alla mobilitazione hanno però comunicato la nascita di un movimento di legittima difesa contro Berlusconi. La cosa in sé non è nuova, perché Santoro e Travaglio sono contro il premier dal giorno stesso che questi si è buttato in politica. Anzi, odiare il Cavaliere è la ragione stessa della loro vita, per lo meno professionale. Senza odio non starebbero dove sono e non potrebbero atteggiarsi a guerrieri della libertà e della democrazia. La novità però sta nel fatto che i due si associno per dar vita a un movimento. A occhio si tratta del quarto che ha come ragione sociale la cacciata di Berlusconi. Prima era nato quello di Antonio Di Pietro, quindi l'associazione di Carlo De Benedetti, Libertà e Giustizia, infine le Cinque stelle di Beppe Grillo, adesso è l'ora delle due stelle di Raidue. Se poi ci si aggiunge anche la Sel di Vendola e Futuro e Libertà di Fini (il quale non ha altro motivo d'esistere se non essere contro il premier), si capisce che ci sono più movimenti che elettori. Tutto ciò mi ricorda il 2002, quasi dieci anni fa, quando cominciò il movimento dei girotondini. Anche allora gli indignati speciali tipo Grillo, Dario Fo ed Eco iniziarono a organizzare manifestazioni in giro per l'Italia. A Milano radunarono tutti gli odiatori di Berlusconi convinti che fosse l'ora di dare la spallata. Come è andata a finire si sa. Se tanto mi dà tanto, c'è dunque motivo di credere che finirà allo stesso modo e l'iniziativa farà del male solo al Pd. Un'altra buona ragione per sperare è ciò che sta facendo proprio il partito di Bersani. Non paghi delle condizioni disastrate in cui si trovano, alcuni dei suoi più autorevoli esponenti hanno iniziato una campagna per illustrare all'elettorato quanto sia bella una tassa patrimoniale che colpisca gli italiani nei loro risparmi. Da Amato a Ichino, passando per Veltroni e, più marginalmente, per Rosy Bindi, tutti hanno in testa di mettere le mani nei portafogli dei contribuenti. L'ex delfino di Craxi vorrebbe addirittura ridurre in povertà l'intero ceto medio, con un prestito forzoso di un centinaio di migliaia di euro o forse più. Per gli altri la rapina dovrebbe prevedere un bottino più contenuto, intorno ai 15 mila euro, ma applicandolo però anche alle proprietà immobiliari. In tal caso la stangata sarebbe sì meno dura, ma colpirebbe tutti o per lo meno chiunque possegga un'abitazione, anche chi l'ha conquistata a prezzo di sacrifici e sta ancora pagando il mutuo. L'argomento fiscale per la sinistra è una vera ossessione. Quando non sa come far quadrare i conti, anziché ridurre gli sprechi, mette mano agli arnesi da scasso, prelevando direttamente dai conti correnti. Che lo faccia sotto forma di una tantum oppure camuffando il furto con fumisterie tipo la tassazione delle rendite, il risultato non cambia: sempre di una stangata si tratta. Proprio il ricorso a queste manovre mi convince che Berlusconi può farcela. Se i progressisti si impegneranno ancora un po', con manifestazioni tipo quelle di Santoro e con promesse di imposizioni massacranti, il Cavaliere non dovrà fare nulla, nemmeno preoccuparsi della Boccassini, perché sarà la sinistra stessa che gli consegnerà i voti sufficienti a vincere pure alle prossime elezioni, quando mai vi fossero. Anche se demoralizzati dal bunga bunga, anche se depressi a causa della crisi e perfino un po' schifati da questo centrodestra, alla fine, piuttosto che votare quattro fighetti scandalizzati e quattro bamba che vogliono dare l'assalto ai loro soldi, gli elettori si metteranno in fila di fronte ai seggi e alla fine, turandosi un po' il naso, voteranno come hanno fatto negli ultimi sedici anni.