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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Andrea Tempestini
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Negli ultimi anni della sua vita Oriana Fallaci fu trattata come una vecchia rancorosa cui la senilità aveva giocato un brutto scherzo, facendole odiare senza ragione il mondo islamico. Quando poi si azzardò a scrivere che grazie all'immigrazione e al fondamentalismo i musulmani avrebbero compiuto l'opera che non riuscirono a portare a termine nel '500, conquistando il vecchio continente e dando vita all'Eurabia, un regno dove le libertà civili e religiose tanto care a noi occidentali sarebbero state spazzate via, poco ci mancò che chiedessero il trattamento sanitario obbligatorio e la facessero internare in manicomio. Per  gli intelligenti commentatori dei principali quotidiani la Fallaci era da compatire, perché l'età l'aveva fatta diventare islamofobica, costringendola a vedere complotti ovunque, soprattutto all'ombra delle moschee, contro la cui costruzione in terra toscana si oppose con passione. In realtà Oriana aveva ragione da vendere e pur resa cieca dalla malattia e costretta a dettare i suoi articoli ci vedeva benissimo e molto più lontano di certe aquile che scrivono sui giornali italiani, impartendo lezioni su argomenti di cui sanno poco o nulla. Gheddafi, Khomeini e gli altri dittatori del Medioriente li conosceva bene, per averli intervistati e colpiti allo stomaco con le sue domande, e avendoli visti da vicino sapeva quale fosse il mondo che si agitava alle loro spalle, quale fosse il rischio per l'Occidente se questo mondo si fosse rovesciato dentro i confini della fragile Europa. Adesso quelle masse premono alle nostre frontiere pronte a entrare. Sono milioni e il Vecchio Continente non sa cosa fare, al massimo balbetta frasi senza senso, ipotizzando addirittura missioni di pace in Paesi in guerra, le quali, per un'Unione priva di un proprio esercito e che non ha saputo trovare una soluzione per l'Afghanistan, sono la dimostrazione massima di ipocrisia e incapacità. Fino a pochi giorni fa molte cancellerie europee esultavano di fronte alla caduta dei dittatori del Maghreb, quasi che le rivolte fossero l'avvio di una stagione di democrazia e libertà per il Nord Africa. Nessuno si è chiesto perché cadessero i regimi più morbidi e non quelli feroci tipo l'Iran. Nessuno ha riflettuto sul fatto che non sempre c'era relazione tra le condizioni di vita delle fasce popolari di quei Paesi e la voglia di buttar giù il tiranno. In Sudan il reddito pro capite lordo è di appena 2.377 dollari eppure non ci sono state rivolte, mentre la ribellione è scoppiata in Libia, uno degli Stati in cui il reddito è superiore a quello di Romania, Serbia e perfino del Brasile. Non sono la molla economica, la pancia vuota o la disoccupazione che hanno scatenato la voglia di abbattere il despota. La motivazione è quella che Oriana aveva capito prima di altri e non a caso i regimi che stanno cadendo sono quelli più vicini all'Europa, anzi, quelli che si erano aperti al vecchio continente, importandone anche alcune abitudini. Egitto, Tunisia e Libia. Tutti affacciati sul Mediterraneo, tutti a due passi dalle coste di Italia, Spagna e Grecia. Ci vuole poco a capire che esiste un disegno, che ci sono centinaia di migliaia di persone, forse alcuni milioni, che alle spalle del Maghreb premono per lasciare l'Africa e sbarcare da noi. Un'invasione pacifica, quasi umanitaria, agevolata dalla commozione di chi, in Occidente, vede le carrette del mare cariche di disperati e spalanca le porte dell'accoglienza. Purtroppo di fronte a quello che rischia di trasformarsi in un esodo biblico, in un'occupazione senza armi, almeno per ora, la Ue non sa che fare. Essendo una mera espressione geografica, un'immensa burocrazia senza lingua, leggi, cultura comune e pure senza esercito, sta a guardare e ci condanna ad arrangiarci. Anzi, ci condanna e basta, perché appena alziamo un dito per rimandarli da dove sono venuti l'Europa ci sanziona. Arrivano a centinaia di migliaia e non possiamo neanche difenderci, così agevoliamo chi vuole invaderci, col rischio di trovarci presto a combattere in casa nostra contro il fondamentalismo islamico. E anziché alzare la voce, invece di invocare un piano condiviso per far fronte all'emergenza e tutelare l'interesse nazionale, in Italia l'unica immigrata di cui le forze politiche e i giornali si occupano con maniacale passione è Ruby. Altro che libici, tunisini, egiziani, sudanesi o algerini. Qui la sola clandestina che fa discutere è la presunta escort di Arcore. Le tragedie del Nord Africa o quella che rischiamo noi nel futuro prossimo possono attendere. Adesso c'è Berlusconi da abbattere, poi si vedrà. Anche su questo, sull'inettitudine della nostra classe politica, aveva ragione Oriana.

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