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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

domenico d'alessandro
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Poteva mancare l'alto richiamo del presidente della Repubblica a proposito dei continui sbarchi di immigrati? Ovvio che no. E dunque anche Giorgio Napolitano si è voluto distrarre, impegnato com'è a bocciare le leggi del Cavaliere, dicendo la sua sul tema. Le parole sono state forti e chiare. Per il capo dello stato è inaccettabile ciò che sta accadendo, per questo si è appellato al buon cuore delle Regioni affinché aiutino la Sicilia e si becchino pure loro un po' degli immigrati giunti a Lampedusa, dimostrando spirito di coesione e solidarietà. Sicché da Livorno, Pisa, Reggio Emilia e Rimini - luoghi amministrati dal centrosinistra - hanno subito risposto con entusiasmo all'appello e alla sola idea che qualche gruppo di clandestini fosse sistemato dalle loro parti, i sindaci hanno minacciato barricate. Naturalmente non per diffidenza nei confronti  di tunisini, libici ed egiziani. No, anzi, i primi cittadini delle località indicate, essendo progressisti, hanno moti di fratellanza nei confronti  dei nordafricani in genere. Però ritengono che da loro non ci sarebbero le condizioni ideali per ospitare persone bisognose di aiuto. Dunque, per puro spirito di assistenza, suggeriscono di accoglierli altrove. Non specificano bene dove, ma è importante che la località prescelta sia il più possibile lontano dalla loro. Come già avevamo avuto modo di segnalare, la sinistra è straordinariamente abile in questo doppio gioco. Da un lato predica buoni sentimenti nei confronti di chiunque bussi alle nostre frontiere, commuovendosi di fronte a ogni clandestino e accusando il governo di essere insensibile alle sofferenze di chi attraversa il mare su un barcone in cerca di fortuna. Dall'altro però nessuno dei suoi amministratori ne vuole sapere di accogliere quelle stesse persone per cui essa si batte in nome dell'accoglienza e della tolleranza. Facile  dimostrarsi generosi a parole, ma una volta assistiti, rifocillati e rivestiti, di questi disperati che ne facciamo? Come li sistemiamo tutti quei giovani che cercano lavoro e una vita migliore, magari in Francia o nel resto d'Europa e che la Francia e l'Europa non vogliono e respingono alle nostre frontiere? Dove li facciamo dormire quei ragazzi che, bloccati a Ventimiglia, appena prima di arrivare in Costa Azzurra, bivaccano nei giardini pubblici? Certo, ci si sente più buoni se si fa il samaritano anziché il gendarme, ma poi? Dopo aver pianto lacrime per la nascita di un bambino su una vecchia carretta del mare, come Concita De Gregorio, che si fa? Bisogna accogliere chi ha diritto di essere accolto e respingere chi non ne ha titolo, replica saccente la direttora dell'Unità dopo essersi commossa. Già. E secondo voi seimila disperati che hanno pagato una fortuna e rischiato la vita pur di arrivare in Italia si fanno docilmente tradurre su una nave per essere riaccompagnati in Tunisia? Se scoppia una rivolta, o anche un parapiglia generale dove volano cazzotti e manganellate, vi immaginate che tragedia ne farebbero i giornali cari alla sinistra e per quanto andrebbero avanti a parlare di deportazione e di metodi nazisti? Il doppio gioco progressista è dimostrato anche dalle reazioni al foeura di ball di Bossi, traduzione lombarda e un po' colorita di ciò che Concita suggerisce dicendo che chi non ha titolo deve essere respinto. Ma avendolo il capo della Lega detto chiaro e non con il nasino all'insù di Concita, subito sono partite le proteste. Un'anima candida come la presidentessa dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, ha reagito dicendo che quelle di Umberto non sono dichiarazioni degne di un ministro e nascondono solo l'incapacità del governo di gestire l'emergenza. Evitando di specificare che l'emergenza non ci sarebbe se le Regioni rosse non rifiutassero sul loro territorio i centri di accoglienza. Tutti bravi a fare i generosi con i centri degli altri. Comunque, io un'idea per risolvere il problema l'avrei. Visto che il capo dello Stato invita alla coesione e alla solidarietà, i clandestini  mandiamoli al Quirinale. Non solo perché in fondo sarebbe un segno di unità nazionale e di grande altruismo. Ma in quanto - come spiega il nostro Franco Bechis a pagina 6 - fu Napolitano quattordici anni fa a firmare l'accordo con la Francia grazie al quale Sarkozy ferma i tunisini a Ventimiglia e ce li rimanda indietro. E poi, in fondo, sul Colle di spazio ce n'è tanto. E ci sono anche i giardini.

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