Cerca
Cerca
+

In aula Lapo attacca Corona

Esplora:
default_image

"Giochi sporchi contro di me"

Silvia Tironi
  • a
  • a
  • a

Chiede "giustizia" a gran voce Lapo Elkann, testimoniando contro Fabrizio Corona, imputato a Milano per estorsione e tentata estorsione nel processo a Vallettopoli. Il rampollo di casa Agnelli si scaglia contro il re del gossip, accusandolo di aver più volte utilizzato contro di lui "giochi sporchi". "Ha provato a corrompere diverse testate per far uscire cose contro di me in un momento in cui io ero tra la vita e la morte", dichiara il nipote di Gianni Agnelli davanti al pm Frank Di Maio, ricordando il tentativo di estorsione che, secondo l'accusa, Corona avrebbe messo in atto cercando di farsi pagare 200mila euro dalla dirigenza Fiat per 'ritirare' l'intervista esclusiva al transessuale Patrizia. Ma secondo Lapo i 'giochetti sporchi' dell'ex marito di Nina Moric contro di lui sono stati numerosi. Elkann parla di almeno altri tre episodi, tutti volti a minare la sua reputazione: racconta di aver saputo da un amico fotografo che Fabrizio cercò di far incontrare di nuovo lui e il trans Patrizia e di realizzare un servizio nascondendo della droga nella sua macchina: "Il mio amico telefonò a questa persona in viva voce. Io sentii che volevano organizzarmi un incontro in un locale con Donato Brocco (in arte Patrizia). Oppure mettermi dello stupefacente in auto. Questo è un delitto grave".   E racconta di quel primo incontro avuto con Lele Mora, al quale Corona si presentò senza preavviso alcuno e fece spogliare "un'attricetta. Io chiesi immediatamente che si rivestisse. Poi me ne andai. In seguito seppi che era una pornostar". Si trattava di Brigitta Bulgari, la stessa donna 'utilizzata' nelle immagini scattate al campione di motociclismo Marco Melandri. Senza poi dimenticare quando il ‘re dei paparazzi' gli fece recapitare, tramite una terza persona, "una videocassetta che disse essere un regalo per me, ma io chiesi subito all'autista di bruciarla". Ma non è finita qui:  “Durante il Moto Gp”, dice il nipote dell'avvocato Agnelli, “due persone che lavoravano per Corona volevano organizzare una finta rissa nelle scuderie per realizzare un servizio fotografico scabroso nei miei confronti. La rissa in effetti c'è stata, ma io me ne ero già andato, grazie all'avvertimento di un mio amico fotografo”. Rispondendo alle domande del pm Di Maio, Lapo spiega di avere immediatamente contattato Corona per avvertirlo che, qualora avesse voluto assumere queste iniziative, “ci saremmo affrontati in aula e lì giustizia sarebbe stata fatta. Poi ho chiamato i miei avvocati perché a quel punto mi sono preoccupato per la mia sicurezza, visto che ci sono persone che possono permettersi di fare giochi di questo tipo”.   Quanto ai fatti dell'ottobre 2005, quando Lapo fu ricoverato in coma dopo ad un notte passata con un transessuale, il teste ha poco da dire: “È successo quello che è successo e non ho interesse né  voglia di tornare a vicende del passato”.   Durante la testimonianza di Elkann Fabrizio Corona non era in aula: una assenza che ha destato meraviglia tra i presenti, dato che l'imputato principale del procedimento ha sempre preso parte a tutte le udienze della causa. Stamattina però Corona, che si è presentato come sempre al fianco dei suoi avvocati, ha ascoltato solo le testimonianze di Marco Durante, presidente del Consiglio di amministrazione di LaPresse, quindi si è allontanato dal Tribunale.   “Quando la Fiat decise di non pagare 200mila euro per fermare il 'fenomeno Patrizia', Fabrizio Corona disse ‘ve ne pentirete'”. È questa l'accusa mossa in aula da Durante nei confronti di Corona.  Fu infatti Durante, per conto della Fiat, a prendere contatti con Corona che era riuscito a contattare il transessuale Patrizia.  Durante i suoi colloqui telefonici con Corona “ mi disse di avere stretto un contratto con Patrizia. Mi parlò di un preaccordo con una televisione e di un'intervista. Ma non mi pare che già all'epoca avesse delle foto. Chiese 200mila euro per fermare tutto”. La Fiat decise subito di non pagare e Marco Durante rifiutò l'offerta, per conto della Fiat. “Questi - dice ancora Durante - reagì dicendo 've ne pentiretè. E aggiunse che 'non era bello che queste cose uscissero perché si sarebbe rovitata l'immagine di Lapo Elkan e della stessa Fiat”. Subito dopo Durante, a testimoniare in aula è stato Simone Migliarino, capo ufficio stampa del gruppo del Lingotto. Alle parti Migliarino ha dichiarato di avere preso lui la decisione di non pagare Corona “dopo avere parlato con il responsabile dell'ufficio legale”. Silvia Tironi.  

Dai blog