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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Andrea Tempestini
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Un ricco che supplicasse il governo d'essere costretto a pagare più tasse non si era mai visto. E neanche un partito di incalliti comunisti che alla proposta del miliardario replicasse invitandolo ad andare al mare. Dicono che sia il mondo che va alla rovescia. Più probabile però che in entrambi i casi ci sia del calcolo. Nel primo siamo di fronte a un imprenditore che essendosi stancato di giocare con le Ferrari vorrebbe farsi un giro in politica e per soddisfare il desiderio è disposto a pagare il biglietto con maggiori imposte. Che - in fin dei conti - costerebbero sempre meno di uno spot. La risposta del Pd a Montezemolo rientra invece nelle paure di Bersani, il quale dacché ha intravisto la possibilità di vincere almeno una volta le elezioni e di subentrare a Berlusconi ha il terrore che qualcuno scenda in campo prima dell'apertura dei seggi e gli soffi la poltrona di premier. Ad ogni modo non c'è troppo di che essere sorpresi. Essendo periodo di saldi di fine stagione, in circolazione c'è di tutto, compresi i matti da legare. Diversamente non si spiegherebbe ciò che sta succedendo dalle parti della maggioranza. Non essendo riuscito a farsi del male a sufficienza con i vari Lodi e i processi brevi che si allungano a seconda della stagione, il centrodestra ha studiato una manovra che gli fa perdere quattro o cinque punti in un colpo. L'operazione è riuscita alla perfezione, al punto che secondo i sondaggi balneari il Popolo della Libertà veleggerebbe ora intorno al 22 per cento, mentre la Lega starebbe fra il 7 e l'8, cioè un venti per cento in meno di qualche mese fa. Un tracollo di cui si possono stupire solo gli sprovveduti.  A noi, che pur non essendo politici la politica la seguiamo per mestiere, era apparso subito evidente che le misure economiche non miravano a ridurre l'indebitamento pubblico, ma soltanto il consenso del governo. Bastonando il ceto medio, gran parte del quale elettore del centrodestra, non poteva essere diversamente. Il contorno di annunci e smentite riguardo alla tassazione degli  “scudati”   e il botta e risposta sulle pensioni di anzianità ha poi fatto il resto, consentendo alla maggioranza di raggiungere lo strepitoso risultato di perdere quasi un elettore su cinque. I furbi della maggioranza si consolano dicendosi che questi sono voti in libera uscita. Gente che pur essendo incazzata per la rapina a mano armata di cui è stata oggetto, non andrà da nessun'altra parte. Certo non con Bersani, ma neppure con Fini. Dunque si dicono sicuri che in conclusione gli arrabbiati torneranno a votare Pdl e Lega. Come detto, di questi tempi i matti abbondano ed è perfino possibile che gli elettori-contribuenti dimentichino il tradimento e tornino a dare la loro preferenza al centrodestra pur di scongiurare la vittoria della sinistra. Ma siccome gli italiani saranno anche pazzi, ma di certo non sono stupidi, noi suggeriamo ai rappresentanti del Popolo della Libertà e del Carroccio di non esagerare in sicurezza. E soprattutto di non perseverare in una manovra suicida. Nei giorni scorsi abbiamo indicato vari modi per evitare l'imposizione di nuove tasse. I tagli alla sanità, l'introduzione dei costi standard in tutti gli ospedali, la vendita del patrimonio immobiliare, la quotazione dei pacchetti azionari delle società pubbliche. In totale fanno circa 400 miliardi di entrate: dieci volte di più di ciò che è necessario a raggiungere il pareggio di bilancio. Tutto questo senza mettere un euro in più di tasse. Di fianco indichiamo nel dettaglio le misure e se il centrodestra vuole evitare altre follie non avrà che da seguire l'elenco. I giorni sono ancora caldi, ma presto la temperatura si attenuerà e i colpi di sole non saranno più giustificati. Almeno tra la maggioranza. Per l'opposizione invece  c'è ancora tempo.

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